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Gaza: Sisi e Abu Mazen, nessuna offerta terra nel Sinai

Smentiti media. Israele apre a forza internazionale in Striscia

08 settembre, 14:18

(ANSAmed) - IL CAIRO/TEL AVIV, 8 SET - Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e quello palestinese Abu Mazen smentiscono che Il Cairo abbia mai offerto parte del territorio del Sinai all'Anp, come affermato da alcuni media israeliani.

Sisi e' sceso in campo personalmente con un comunicato per "smentire categoricamente queste affermazioni", mentre il capo staff di Abu Mazen, al Tayyib Abd al Rahim, le ha definite "false". L'Anp, ha aggiunto il rappresentate dell'Anp, non accetta alternative a uno Stato palestinese entro i confini del 1967 con Gerusalemme est come capitale.

I media israeliani avevano parlato di un'offerta di terra egiziana in Sinai, con un'estensione pari a cinque volte quella della Striscia di Gaza. In particolare, riferisce la Mena, secondo la Tv Channel VII, Sisi avrebbe proposto ad Abu Mazen di l'istituzione di uno stato palestinese nella Striscia e in una parte del Sinai, parallelamente ad una dichiarazione di autogoverno in Cisgiordania. Si tratterenne di 1600 chilometri quadrati di territori del Sinai adiacenti a Gaza, che con quest'ultima formerebbero uno stato governato dall'Autorità palestinese. Nello smentire tale ipotesi, fonti diplomatiche hanno osservato che quella stessa proposta era stata formulato durante la presidenza di Mohammed Morsi, e che era parte dei progetti dell'organizzazione internazionale dei Fratelli Musulmani. La fonte ha anche sottolineato che il territorio del Sinai è parte preziosa del territorio egizanol per il quale migliaia di egiziani hanno combattuto. Ieri intanto Israele sembra avere aperto ad una forza internazionale, meglio se targata Ue, da schierare a Gaza per presidiarne i confini, una sorta di modello Unifil, il contingente Onu dislocato dal 2006 alla frontiera con il Libano.

Anche se ancora un'indicazione ufficiosa avanzata dal ministero degli esteri al Gabinetto di sicurezza, la mossa, una volta formalizzata, potrebbe avere seri riflessi al tavolo dei colloqui indiretti tra le parti al Cairo.

Del resto, i mediatori egiziani si sono gia' dichiarati a favore di una riapertura del valico di Rafah con la presenza della guardia presidenziale del leader dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, ma senza forze di Hamas. E proprio Abu Mazen ha ammonito la fazione islamica di non essere disposto più ad accettare un potere parallelo a Gaza, visto che da qualche mese e' teoricamente in carica un governo di unita' nazionale, con un vero e proprio governo ombra di 27 vice ministri che guida la Striscia, rendendo impotente di fatto il governo di unita' nazionale.

Quanto alla forza internazionale, secondo quanto riferito da Haaretz, sarebbe dislocata vicino al valico di Rafah, lungo i 14 chilometri di confine tra la Striscia e il Sinai e in alcune aree interne all'enclave palestinese.

La preferenza per una forza composta da paesi Ue e' dovuta al fatto che la proposta è stata formulata nel contesto di idee avanzate da Germania, Gran Bretagna, Francia e altri durante il conflitto con Gaza, che riproponevano la missione europea Eubam a presidio del valico di Rafah tra il 2005 e il 2007.

Secondo il documento, la presenza internazionale dovrebbe essere dotata di poteri basati - come per l'Unifil - su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sullo sfondo di un'intesa tra Israele, l'Anp, l'Egitto, gli Usa e l'Ue. La durata della missione dovrebbe essere almeno di un anno, con possibile estensione. (ANSAmed).

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