Finanziato dall'agenzia allo sviluppo tedesca, dall'istituto Goethe e patrocinato da Youth Against Settlements, la rassegna ha visto otto registi in erba (ragazzi e ragazze) cimentarsi nel racconto di storie di vita quotidiana: dalla difficile convivenza con i coloni e l'esercito israeliano, alle aspirazioni dei giovani palestinesi che sognano un futuro diverso, fino alle semplici storie degli abitanti dei propri villaggi. "Abbiamo deciso di dare un'opportunità ai giovani palestinesi che vivono situazioni estremamente difficili a causa dell'occupazione israeliana, di raccontare con il proprio sguardo la realtà che li circonda" ha detto all'ANSA il curatore della rassegna Martin Shauble dell'organizzazione Kurve Wustrow.
Tra i corti presentati spicca quello di Jaber Abu Rahmeh, dal titolo "Flowers in a Tear Gas". Il film racconta la storia di una madre del villaggio di Bilin che a seguito dell'uccisione dei suoi due figli durante le settimanali proteste contro il muro e l'espansione della vicina colonia, decide di raccogliere i candelotti di gas lacrimogeni esplosi dall'esercito e utilizzarli come piccoli vasi per piantare fiori in tutto il villaggio. La rassegna sarà presentata in diverse località della Cisgiordania e, stando agli organizzatori, parteciperà a diverse rassegne cinematografiche internazionali. (ANSAmed)