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Mo: ambasciatrice Anp, Assemblea Onu decida azioni concrete

Guerra Isis rischia di distrarre da nodo centrale intera regione

12 settembre, 17:24

(di Luciana Borsatti) (ANSAmed) - OTRANTO (LECCE), 12 SET - "Il 22 settembre comincia l'assemblea generale dell'Onu e questo e' il momento per le Nazioni Unite di prendere decisioni concrete, che pongano fine alla sofferenza dei palestinesi: non bastano le condanne e le dichiarazioni, quello che chiediamo è la fine dell'occupazione di Israele". A parlare é l'ambasciatrice dell'Autorità Palestinese in Italia, Maj Alkaila, oggi a Otranto come ospite del Premio Giornalisti del Mediterraneo. "Non ci bastano i pezzi di pane", ha proseguito la rappresentante palestinese, con riferimento ad alcune delle condizioni, fra cui i pur indispensabili porto e aeroporto per la Striscia, previste nell'accordo per la tregua della guerra a Gaza raggiunta a fine agosto con la mediazione egiziana. "Noi guardiamo alla fine dell'occupazione - ha proseguito - e al ripristino dei confini del 1967, in base alle risoluzioni Onu". La diplomatica guarda pero' anche con preoccupazione al nuovo fronte di guerra apertosi in Medio Oriente con l'alleanza voluta dagli Usa contro l'Isis. Il rischio, riconosce, è che lo Stato islamico in Iraq e in Siria "distolga l'attenzione" dalla questione palestinese, che è tuttora il "nodo centrale" della questione mediorientale, una "questione politica del tutto indipendente". E se questa non trova soluzione, il rischio è "una radicalizzazione" che riguarderà, sottolinea, tutta la regione. "Non è Hamas il problema", risponde ancora ai giornalisti Maj Alkaila, aggiungendo che quello palestinese "è uno stato laico, e io personalmente sono cristiana". "Hamas è un partito che appartiene alla comunità palestinese, anche Israele ha i suoi partiti estremisti, come il Likud. La grande questione è l'occupazione israeliana, che deve finire". Il nuovo piano lanciato dal presidente dell'Anp Abu Mazen dopo la tregua prevede negoziati immediati e serrati con Israele, che poi avrebbe tre anni di tempo per terminare la occupazione militare dei Territori.

Ma Israele, sottolinea ancora l'ambasciatrice, ha già violato gli accordi della tregua almeno due volte: espropriando altre terre in Cisgiordania e arrestando alcuni pescatori usciti con la loro barca oltre il limite delle 3 miglia, mentre gli accordi ne prevedevano un'estensione. E' infatti questo uno dei punti su cui si era raggiunto un primo consenso fra le parti il 26 agosto, mentre la discussione sui nodi più spinosi era stata rinviata di un mese. L'ambasciatrice è tra i protagonisti del dibattito che si tiene stasera tra le antiche mura di Otranto, cui è attesa fra gli altri anche la ministra della cultura albanese Mirela Kumbaro Furxhi.(ANSAmed).

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