(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 25 SET - Se l'intesa raggiunta oggi al
Cairo sara' confermata dai fatti, la Striscia di Gaza è
destinata a non essere più la stessa: il governo di unita'
nazionale palestinese, insediatosi ad aprile di quest'anno su
mandato del presidente moderato Abu Mazen (Mahmoud Abbas), si
appresta infatti a prendere ''l'immediato controllo''
dell'enclave passata nel 2007 nelle mani degli islamici di Hamas
dopo un sanguinoso conflitto interno.
L'accordo, annunciato nel primo pomeriggio dopo una
trattativa fiume, rappresenta un passo forse decisivo che da un
lato sembra stemperare la polemica riapertasi nelle ultime
settimane tra al-Fatah (la parte politica di Abu Mazen) e Hamas;
e dall'altro potrebbe consentire con piu' facilita' di
raggiungere un compromesso con Israele nei negoziati indiretti
mediati dall'Egitto che proseguiranno dopo le festivita'
ebraiche. Ma può anche facilitare la Conferenza dei paesi
donatori prevista il 12 ottobre, momento nodale per le speranze
di ricostruzione della Striscia dopo le devastazioni dell'ultima
operazione militare e il rilancio dell'economia locale.
Inoltre - secondo quanto riferiscono fonti citate dai media
israeliani - Hamas avrebbe anche acconsentito a dare il proprio
sostegno al piano diplomatico del leader palestinese - che
probabilmente egli ribadira' nel suo discorso di domani all'Onu
- per stabilire uno Stato entro i confini del 1967. "Fatah e
Hamas - ha spiegato Jibril Rajoub membro della delegazione del
partito di Abu Mazen - hanno raggiunto un accordo completo per
il ritorno del governo di unita' nella Striscia di Gaza''. Fatto
confermato anche dalle dichiarazioni di Abu Marzouk, un
dirigente di Hamas di base al Cairo. La parola 'ritorno' sembra
avere un significato relativo visto che gia' prima del conflitto
con Israele, il governo di consenso nazionale - guidato da Rami
Hamdallah e osteggiato dallo stato ebraico per l'unione con
Hamas - non ha mai avuto un controllo effettivo dell'enclave
palestinese. La guerra ha poi approfondito la situazione tanto
che Abu Mazen nelle scorse settimane aveva minacciato di far
saltare l'intesa accusando la dirigenza di Hamas di continuare a
mantenere ''un governo parallelo''. E Hamas da parte sua aveva
ribattuto rimproverando il leader di Ramallah di non pagare gli
stipendi dei circa 45mila impiegati pubblici della Striscia.
Proprio a questo proposito oggi il capodelegazione di Fatah
al Cairo, Azzem Ahmed, ha assicurato che ''tutti gli impiegati
saranno pagati dal governo unitario perché sono tutti
palestinesi e questo e' il governo di tutti i palestinesi''.
Secondo l'intesa odierna, il governo di Hamdallah (con cinque
ministri indipendenti che vengono da Gaza) avra' i pieni poteri
con la responsabilita' di guidare la ricostruzione nella
Striscia e gestire i valichi di transito, uno dei punti piu'
spinosi anche nelle trattative complessive con Israele. In
questo senso, secondo quanto spiegato da Marzouk, il controllo
dei passaggi di frontiera sara' anche agganciato al piano delle
Nazioni Unite preannunciato nelle settimane scorse. ''L'Onu - ha
aggiunto Marzouk - raggiungera' un accordo con Israele e il
governo di unità palestinese su come far funzionare i valichi''.
Da li' dovranno passare infatti merci e materiali vitali per
la Striscia, ma lo Stato ebraico ha gia' fatto sapere di volere
garanzie precise per evitare che nulla sia usato per il riarmo
delle fazioni radicali o l'edificazione di nuovi tunnel
sotterranei. Dall'intesa resta d'altronde escluso per ora il
valico di Rafah, fra Gaza ed Egitto. In attesa che il nuovo
accordo superi la prova dei fatti. (ANSAmed).