(di Michele Monni) (ANSAmed) - RAMALLAH, 2 OTT - Per le strade
di Ramallah, in Cisgiordania, fervono già i preparativi per la
più importante festività del calendario musulmano, l'Eid
Al-Adha: la Festa del Sacrificio. Le celebrazioni - dal tramonto
di venerdì fino alla sera di martedì e che si sovrappongono
sabato al Kippur ebraico- prendono spunto dalla tradizione
biblica e coranica secondo le quali il profeta Abramo (Ibrahim
in arabo) dimostrò la sua completa sottomissione a Dio,
rendendosi disponibile a sacrificare il suo primogenito,
Ismaele. Nel centro di Ramallah, presso il mercato e nella città
vecchia, i macellai espongono le carni all'esterno dei loro
negozi in enormi congelatori, intorno ai quali le massaie
palestinesi fanno a gara per accaparrarsi i migliori pezzi di
montone o, per chi non può permetterselo, tranci della più
economica carne di capra. Al mercato del bestiame di al-Bireh
(Ramallah) -normalmente aperto solo due giorni alla settimana-
le attività sono frenetiche: decine di allevatori arrivano con
furgoni scoperti per cercare di piazzare i propri animali. I due
battitori del mercato controllano la qualità del bestiame:
dentatura e muscolatura sono i parametri per fissare il prezzo
in base al peso. Per le comunità beduine palestinesi,
principalmente composte da allevatori provenienti dal sud dei
Territori, la vendita dei capi per le celebrazioni dell'Eid
permette introiti capaci di coprire le necessità di svariati
mesi. Vendere un paio di capi in più può fare la differenza tra
un buono e cattivo inverno. I prezzi variano tra gli 800 e i
1000 shekel (160/200 euro) per un montone, mentre per le capre
si parla di circa la metà. Ma non tutti possono permettersi
l'acquisto di un animale vivo, sia per ragioni logistiche sia
economiche. "Viviamo in una palazzina senza giardino" dice
Roula, una giovane madre con quattro bambini al seguito mentre
discute sul prezzo della carne con il proprietario "non abbiamo
spazio per la macellazione tradizionale, per quest'anno solo
carne già macellata, l'anno prossimo si vedrà ". Il presidente
palestinese Abu Mazen ha recentemente invitato la popolazione a
"limitarsi" nei festeggiamenti a causa delle sofferenze della
popolazione di Gaza. Per la festa del Sacrificio è tradizione
ritrovarsi con i propri familiari, condividere il cibo e donare
in beneficenza la rimanenza. La festività è un appuntamento
aspettato con trepidazione soprattutto dai più piccoli, che per
l'occasione ricevono giocattoli, vestiti nuovi e dolciumi e si
godono quattro giorni di vacanza da scuola. Grande attesa anche
per la tradizionale parata dei boyscout che fanno parte degli
istituti scolastici cristiani di Ramallah, ma che al loro
interno vedono una netta maggioranza di studenti di estrazione
musulmana. I pochi fortunati che sono riusciti ad ottenere i
permessi dalle autorità israeliane, si recheranno a Gerusalemme
a pregare sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio, per
gli ebrei), tra la Cupola della Roccia e la moschea di Al-Aqsa.
La sovrapposizione con il Kippur ebraico accade una volta ogni
33 anni. (ANSAmed).