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Amb.Israele, il maggiore pericolo arriva da Iran non da Isis

Secondo Gilon, priorità strategica è bloccare nucleare Teheran

05 novembre, 18:13

(ANSAmed) - ROMA, 5 NOV - L'Iran rappresenta per Israele e per gli equilibri del Medio Oriente un pericolo strategico maggiore di quello costituito dai jihadisti dello Stato Islamico (Is): è quanto ha affermato l'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, in alcune dichiarazioni all'ANSA, ai margini di un convegno organizzato a Roma dalla fondazione Magna Carta sull' "instabilità mediorientale". "La vera minaccia - ha spiegato Gilon - è il rafforzamento, grazie all'atomica, di Teheran. Non solo perchè l'Iran è lo sponsor di nemici storici di Israele come Hezbollah (movimento sciita libanese) o di Hamas, sebbene quest'ultimo movimento sia sunnita. Ma anche perchè le capacità militari nucleari dell'Iran innescherrebbero una corsa al riarmo in tutta l'area, e la guerra esistente tra sciiti e sunniti, la principale frattura della regione, si trasformerebbe in uno scontro tra Stati in possesso di armi atomiche''. "Per tali motivi, l'Iran rimane per noi, da un punto di vista strategico, il pericolo numero uno.

Poi, in seconda e terza posizione, si piazzano il terrorismo dei jihadisti dell'Is, estremisti sunniti che sono riusciti ad occupare 'terre di nessuno', ovvero zone non controllate in Siria e in Iraq, e il terrorismo di Hamas", ha osservato il diplomatico. Quanto alle crescenti tensioni a Gerusalemme, Gilon ha puntato il dito sulle responsabilità del presidente dell'Anp Abu Mazen. "Abu Mazen si è rivelato un partner di pace inaffidabile.

E' lui che ha innescato l'escalation, invitando i palestinesi a fare qualsiasi cosa e a usare qualsiasi mezzo per impedire agli ebrei di avvicinarsi al 'Monte Santo' (chiamato 'Monte del Tempio' dagli ebrei e "Spianata delle Moschee" dai musulmani ndr.) E' lui che sta facendo giochetti per ottenere un riconoscimento artificiale della Palestina, senza passare da un serio negoziato di pace". L'ambasciatore ha ribadito che è pieno diritto israeliano costruire insediamenti nella parte est di Gerusalemme, in quanto la città è stata proclamata da Israele capitale unica e indivisibile dello Stato ebraico dal 1980.

Quanto alla decisione della Giordania di richiamare il proprio ambasciatore da Israele, il diplomatico si è augurato che le relazioni tra i due paesi non subiscano mutamenti. "Noi vediamo nella Giordania - ha detto - un nostro alleato, un partner essenziale, con cui condividiamo gli stessi interessi". Al convegno organizzato da Magna Carta, sono intervenuti, tra gli altri, l'ex ministro degli Esteri Giulio Terzi, e l'ex sottosegretario agli Esteri, Giannio Vernetti. (ANSAmed).

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