(ANSAmed) - ROMA - Pellegrini provenienti dall'Italia e da altri paesi del mondo, palestinesi e israeliani marceranno insieme per la pace in un cammino di dieci chilometri da Betlemme a Gerusalemme il prossimo 20 novembre, attraversando anche il check point che divide le due città. L'evento, organizzato in occasione degli 80 anni dell'Opera Romana Pellegrinaggi e dedicato a papa Wojtyla, sarà anche il momento centrale del pellegrinaggio annuale della diocesi di Roma, dal 17 alo 24 novembre. Centinaia di pellegrini italiani partiranno dalla Capitale guidati dal vicario, il cardinale Agostino Vallini, e dopo aver visitato Nazareth, il Lago di Tiberiade e altri luoghi santi, il 20 si uniranno ai fedeli della chiesa locale e delle comunità ecumeniche per intraprendere il cammino di pace assieme a israeliani, palestinesi e pellegrini di tutto il mondo presenti nella Città santa. Si stima che saranno presenti qualche migliaio di persone.
"Siamo consapevoli delle tensioni attuali - ha spiegato monsignor Liberio Andreatta, vice presidente e amministratore delegato dell'Orp a proposito della situazione a Gerusalemme - ma vogliamo rilanciare la Terra santa proprio in questi giorni di sofferenza, e pensiamo in questo sforzo anche a quanto accaduto recentemente a Gaza". "Non dobbiamo - ha proseguito - far perdere ai pellegrini una importante occasione di fede, di incontro e di dialogo. La nostra è una sfida. La Terra santa è un tavolo che sta in piedi su tre gambe: il popolo israeliano, il popolo palestinese e il popolo dei pellegrini. Ma quest'ultimo è quello che la tiene veramente in piedi, altrimenti la Terra santa sarebbe morta". Mons. Andreatta ha quindi fatto sapere che il governo israeliano per l'occasione ha concesso speciali permessi ai palestinesi che prenderanno parte all'evento promosso in collaborazione con il ministero israeliano del Turismo. "Nel nostro pellegrinaggio e nel cammino in particolare - ha aggiunto mons. Andreatta - non ci saranno bandiere nazionali, né si terranno discorsi. Marceremo e parleranno i canti". "Dobbiamo sconfiggere la paura - ha anche esortato il vescovo reduce da una visita proprio a Gaza -. Certo, sappiamo che se un pericolo non c'è oggi non è detto che non ci sia domani ma posso assicurare che il clima in Terra santa e a Gerusalemme è sereno, non ci sono pericoli per i pellegrini, io sono appena rientrato da lì. Del resto, i palestinesi sono i primi ad essere arrabbiati con quei fanatici che compiono atti di terrorismo perché danneggiano il popolo palestinese per primo bisognoso anche del turismo religioso per ripartire". Secondo mons.
Andreatta, inoltre, il governo israeliano avrebbe già concesso permessi a 12mila palestinesi per recarsi da Betlemme a Gerusalemme per celebrare le festività religiose di Natale. Mediamente, ha anche riferito Andreatta, i pellegrini che si recano con l'Orp in Terra santa sono diecimila l'anno. Nel 2014, tuttavia, all'inizio delle ostilità su Gaza, in pochi giorni 4000 pellegrini hanno disdetto la loro prenotazione. "La paura - ha osservato mons. Andreatta - è il grande nemico". Nonostante ciò l'Orp, in questi mesi, non ha mai interrotto i pellegrinaggi. (ANSAmed).