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Gaza: ministri Anp nella Striscia per via a ricostruzione

Dopo proteste per ritardi nei lavori, atteso anche Hamdallah

30 dicembre, 09:39

(ANSAmed) - TEL AVIV/GAZA, 30 DIC - Qualcosa si muove per la ricostruzione di Gaza: all'indomani di esacerbate proteste popolari nella Striscia per i ritardi nei lavori dopo il conflitto della scorsa estate con Israele, otto ministri del governo palestinese di riconciliazione nazionale hanno lasciato Ramallah e sono giunti ieri nella Striscia per organizzare i primi interventi. Nei prossimi giorni dovrebbe unirsi a loro anche il premier, Rami Hamdallah, che si dice fiducioso nella cooperazione di tutte le fazioni politiche palestinesi, in primo luogo di Hamas. Dopo tante incertezze i ministri si sono dunque decisi a recarsi nella Striscia, e' la seconda volta dalla formazione del governo unitario, nel giugno scorso. Sabato un dirigente di Hamas, Mussa Abu Marzuk, aveva polemizzato apertamente con il presidente dell'Anp Abu Mazen accusandolo fra l'altro di non "aver alzato un dito" per ovviare alla crisi nei servizi medici della Striscia e di aver ignorato lo stato generale di abbandono. I ministri, tutti tecnocrati, sono accompagnati da decine di alti funzionari. Hanno annunciato che si fermeranno per oltre una settimana per riorganizzare i rispettivi ministeri e dar vita ai primi interventi. Secondo il ministro del lavoro, Mamoun Abu Shahla, la priorità andrà alla ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra.

Stime ufficiose, citate dalla agenzia Maan, indicano che gli sfollati sono oltre 100 mila. Per assisterli occorrerà facilitare l'ingresso dei materiali di costruzione: cosa che implica l'attivazione a tempo pieno dei valichi con Israele e con l'Egitto. Israele vuole essere certo che materiali edili non saranno requisiti da Hamas. L'Egitto da parte sua insiste affinché il valico di Rafah (fra il Sinai e Gaza) venga gestito unicamente dagli uomini di Abu Mazen: una richiesta che Hamas trova però inaccettabile. Altri problemi pratici sul tavolo - oltre ai severi ritardi nei finanziamenti promessi da Paesi donatori - riguardano l'erogazione della corrente elettrica, che oggi viene distribuita per sei-otto ore al giorno, delle fognature, e dei rifugi per gli sfollati.(ANSAmed).

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