L'ambasciatrice giordana Dina Kawar ha detto ai giornalisti che avrebbe preferito maggiori consultazioni con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza ma che "rispetta molto" le difficolta' in cui si trovano i palestinesi. "Faremo quel che vogliono i palestinesi in accordo con la Lega Araba", ha detto la Kawar.
Anche se la risoluzione dovesse raggiungere i nove voti necessari per l'approvazione, il veto Usa e' praticamente inevitabile: Washington non vuole sottoporre a scadenze temporali il negoziato tra israeliani e palestinesi. La bozza era stata formalmente introdotta un paio di settimane fa e include un calendario e scadenze predefinite per arrivare all'accordo di pace, un punto su cui gli Stati Uniti sono determinati a mettere il veto. Secondo fonti di stampa le modifiche apportate ieri lasciano intravedere un irrigidimento delle posizioni con il ritorno ai confini del 1967, Gerusalemme Est capitale del nuovo Stato palestinese e lo stop a nuovi insediamenti israeliani nei Territori occupati. L'Autorita' Palestinese tiene un asso nella manica: se si dovesse andare al voto, e a un'inevitabile veto Usa, Abbas "potrebbe far ricorso ad altre iniziative", ha detto una fonte vicina al negoziato, tra cui la richiesta di accedere alla Corte Penale Internazionale, opzione aperta nel novembre 2012 quando l'Assemblea Generale ha elevato lo status della Palestina da "entità osservatore non membro" a "stato osservatore non membro".(ANSAmed).