(di Michele Monni)
(ANSAmed) - RAMALLAH, 19 GEN - 'Un'uccisione barbara'': cosi'
la comunita' dei vignettisti palestinesi ha condannato da subito
la strage di Charlie Hebdo a Parigi, senza per questo avvallarne
il lavoro in termini artistici e satirici. "Personalmente - dice
all'ANSA Baha al Boukhari, cartoonist pungente del quotidiano Al
Ayyam e una delle firme più prestigiose della satira del mondo
arabo - non trovo le vignette di Charlie Hebdo divertenti o
artisticamente di rilievo, la loro fissazione con la religione
mi sembra eccessiva: con tutte le ingiustizie che ci sono nel
mondo perché perdere tempo con Maometto, Gesù o Yahweh?".
"Le provocazioni di Charlie Hebdo - continua Boukhari -
possono andare bene per un pubblico sofisticato come quello
europeo: il problema è la strumentalizzazione degli imam che
cercano di convincere le masse ignoranti che una vignetta possa
essere un attacco all'Islam''. Il settantenne vignettista,
seduto nel suo studio di Ramallah, non rinuncia a sottolineare
del resto che ''la cosa ridicola è che la raffigurazione del
profeta non è mai stata proibita, anzi, era soggetto comune
durante il massimo splendore della civiltà arabo-musulmana
(X-XII secolo), proprio durante il periodo dei califfati!".
Al Boukhari osserva di essere avvezzo alle critiche e alla
censura e orgogliosamente sostiene di essere stato la ''causa"
della chiusura di diverse testate arabe, quando muoveva i primi
passi come vignettista negli anni '60 in Siria e in Kuwait. "Il
30% delle mie vignette sono censurate'', insiste, ricordando che
''proprio due giorni fa'' Al Ayyam ne ha ''cancellata una per
ragioni politiche". La vignetta si riferiva alla marcia dei
leader mondiali a Parigi: il primo ministro israeliano Netanyahu
era raffigurato, mentre salutava la gente, con la mano grondante
di sangue. ''Un'accusa per i 13 giornalisti palestinesi uccisi
sotto i bombardamenti israeliani durante l'ultima guerra a
Gaza'', ma al Ayyam - spiega - non voleva far aumentare la
tensione proprio nel momento in cui Israele sta trattenendo le
tasse palestinesi come "rappresaglia" per essere diventati
membri della Corte penale internazionale.
Per Ramzy Taweel, altra "matita" molto nota in Palestina, i
limiti della satira sono dettati dall'etica professionale e dal
buon senso. "La mia libertà finisce dove inizia quella
dell'altro'', argomenta dal 'Ramallah cafè', ritrovo degli
intellettuali della città aggiungendo che ''e' la maniera in cui
si risponde alle provocazioni della satira che è vitale". Taweel
mostra sul suo laptop la vignetta disegnata in risposta al picco
di vendite del numero speciale di Charlie Hebdo dopo il massacro
dei terroristi islamici: un giovane seduto in bagno che legge il
settimanale francese e dice tra se "l'industria della carta
igienica è fiorente!". Per Taweel bisogna "rispondere alla
satira con la satira, ma bisogna stare attenti a non offendere,
come ha dichiarato recentemente papa Francesco". Di conseguenze
per offese procurate con la sua matita, ne sa qualcosa Mohammed
Sabaaneh, 36 anni, ad oggi il vignettista palestinese più
promettente palestinese: arrestato nel 2013 per cinque mesi
dall'esercito israeliano per "contatti con un entità nemica".
(ANSAmed).