Domani Abu Mazen sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco, alle 10.30 nel Palazzo apostolico vaticano. Domenica assisterà alla canonizzazione delle due suore nate nella Palestina ottomana del'ottocento: Marie Alphonsine Danil Ghattas di Gerusalemme e Mariam Baouardy (Maria di Gesù Crocifisso) della Galilea.
Il raggiungimento, mercoledì, dell'intesa sul testo dell'accordo globale con la Santa Sede per libertà di azione della Chiesa, giurisdizione, statuto personale, luoghi di culto, questioni fiscali e di proprietà costituisce un ulteriore riconoscimento da parte vaticana verso lo Stato di Palestina. E viene giudicato "in continuità" con la posizione della Santa Sede al momento della risoluzione Onu che riconosceva la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite il 29 novembre 2012. "Sì, è un riconoscimento che lo Stato esiste", ha detto padre Lombardi. Secondo Majdi Khaldi, consigliere diplomatico di Abu Mazen, "il riconoscimento palestinese come entità diplomatica, da parte del Vaticano, è già avvenuto anni fa e si è consolidato con l'ammissione della Palestina come stato non membro all'Onu".
Secondo le anticipazioni della vigilia, Abu Mazen avrebbe fatto il punto sul riconoscimento dello Stato palestinese con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Il 27 febbraio il parlamento aveva approvato due mozioni. Quella del Pd che non impegnava esplicitamente il governo a riconoscere la Palestina, ma piuttosto a "promuoverne" il riconoscimento. E una seconda mozione, quella di Ap-Sc, con il parere favorevole del governo e assai più vincolante, che legava il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un'intesa tra Al-Fatah e Hamas.
(ANSAmed).