La reazione di Hamas da Gaza e' stata irruente. Un suo portavoce, Fawzi Barhoum, ha sostenuto che il rapporto si basa su informazioni di ''propaganda'', concepite per mettere in cattiva luce il movimento. Barhoum ha denunciato Amnesty per non aver verificato preventivamente con Hamas la fondatezza delle accuse; questo rapporto - ha aggiunto - ''distoglie l'attenzione dai crimini perpetrati dalla occupazione israeliana verso i figli, le donne e gli anziani del nostro popolo''.
Gli estensori del rapporto da parte loro scrivono che alcuni dei misfatti attribuiti a Hamas ''mettono i brividi nella schiena'' e possono perfino essere considerati crimini di guerra. Menzionano in particolare il caso di Atta Najjar, un palestinese passato per le armi il 22 agosto. Le tracce delle terribili sevizie da lui patite sono state descritte ad Amnesty dal fratello, convocato in un ospedale per recuperarne il cadavere: ''Era come aver messo della carne in un sacco, tutte le ossa erano in frantumi''. Secondo il rapporto in alcuni casi le sevizie di prigionieri di Hamas sono avvenute in una clinica abbandonata nel perimetro dell'ospedale al-Shifa di Gaza.
Un altro episodio citato dal rapporto e' avvenuto in pubblico, lo stesso giorno, all'ingresso della moschea al-Omari di Gaza. Alla presenza di centinaia di persone, fra cui bambini, sei palestinesi incappucciati - tacciati di 'collaborazionismo' - furono uccisi con un colpo di pistola alla testa, e poi finiti con raffiche di Kalashnikov.
Amnesty trova inammissibile che nessuno sia stato punito a Gaza per queste ed altre efferatezze, ed invoca una verifica ''indipendente ed internazionale''. Hamas replica che la organizzazione dovrebbe concentrarsi piuttosto sui crimini asseritamente compiuti da Israele, per sottoporre poi la documentazione alla Corte penale internazionale dell'Aja.
(ANSAmed).