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Gaza: slogan pro-Isis in funerali miliziano salafita

Ucciso ieri da unità Hamas, cresce tensione nella Striscia

03 giugno, 10:27

(ANSAmed) - GAZA, 3 GIU - Slogan pro-Isis e appelli alla vendetta sono stati lanciati ieri sera a Gaza durante i funerali di Yunis Hanar, 27 anni, il miliziano salafita ucciso in uno scontro a fuoco con un'unità di elite di Hamas in cui sono rimasti feriti anche quattro agenti. Fonti locali precisano che il cadavere è stato avvolto in un vessillo dello Stato Islamico.

Alle esequie, svoltesi nel cimitero di Sheikh Radwan (Gaza), hanno preso parte alcune decine di persone.

Il violento scontro a fuoco fra le forze di sicurezza e il militante salafita ha elevato ieri la tensione nella Striscia dopo che un minaccioso volantino e' stato diffuso a Gaza da anonimi sostenitori dell'Isis. Formalmente i dirigenti di Hamas insistono che a Gaza "lo Stato islamico" non c'e' e definiscono l'ucciso "un fuorilegge". Ma il malessere resta sensibile e gli stessi responsabili della sicurezza hanno elevato le misure preventive e moltiplicato i posti di blocco per braccare quanti nell'Islam salafita parrebbero inclini ad importare a Gaza non solo gli slogan dell'Isis ma anche la sua prassi cruenta. Nelle ultime settimane gli arresti sono stati decine, fra cui elementi di spicco.

La battaglia di ieri è infuriata nel rione proletario ed islamico di Sheikh Radwan dove un'unità di elite di Hamas, dopo una serie di pedinamenti, ha bloccato Yunes Hanar. Vistosi circondato, l'uomo ha minacciato di far saltare in aria il proprio appartamento. Dopo aver ferito quattro agenti e' stato ucciso dalle teste di cuoio di Hamas che hanno cosi' scoperto che nella sua casa gli esplosivi c'erano davvero, assieme con un Rpg, un fucile Kalashnikov e altro materiale da combattimento.

Sulle pareti aveva disegnato il simbolo dello Stato islamico e aveva riprodotto versetti coranici citati sovente dall'Isis. In precedenza a Gaza era apparso un volantino firmato Isis in cui si rivendicava il lancio di un razzo, avvenuto la settimana scorsa, verso Israele. Conteneva anche un ultimatum a Hamas: 48 ore per rilasciare tutti i salafiti, o andare incontro a conseguenze. Una minaccia velata per anticipare forse nuovi attentati, dopo le esplosioni di ordigni avvenute nelle settimane passate. Nessuno di essi ha provocato vittime. Analisti a Gaza individuano due categorie di elementi locali che sembrano interessati ad importare nella Striscia il verbo dello Stato islamico. La prima include elementi delle brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, insoddisfatti in apparenza per la linea pragmatica adottata dal movimento nell'ultimo anno. La seconda comprende i cosiddetti 'mercenari': elementi radicali che, asseritamente, sperano di ottenere con l'adesione all'Isis vantaggi materiali immediati. Dopo un periodo iniziale di incertezza, Hamas cerca ora di reprimere queste tendenze. Il punto di rottura viene indicato nella battaglia nel campo profughi palestinese al-Yarmouk (Damasco) in cui, due mesi fa, miliziani dell'Isis hanno ucciso sostenitori locali di Hamas. Adesso i salafiti di Gaza sanno di essere in stato di costante sorveglianza. Quando calano le tenebre, i loro spostamenti sono seguiti da vicino e ai posti di blocco gli interrogatori si fanno sempre piu' dettagliati ed intimidatori.

(ANSAmed). XBU-COR/ S0B QBXB
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