Gentiloni - che ieri ha visto anche il premier Rami Hamdallah e il presidente Abu Mazen - ha detto di credere che l'Italia e l'Europa ''possano dare un contributo al dialogo. Non si tratta di mettere sul tavolo soluzioni preconfezionate ma, proprio in controtendenza con la grande instabilita' nella regione, di incoraggiare al dialogo le parti insieme agli Usa e ad alcuni paesi arabi (Giordania, Egitto e Arabia Saudita)''. ''Per quanto possa apparire paradossale la mia impressione e' che da entrambe le parti - ha osservato - ci sia uno spiraglio per il negoziato e un gradimento per cio' che i paesi Ue possono dare''. La ripresa del negoziato dopo l'estate deve ''essere sostenuta da una volonta' politica che non puo' che avere come orizzonte quello dei 2 stati con la sicurezza per Israele e uno stato per i palestinesi''. Un possibile fallimento di questa strategia, per Gentiloni sarebbe deleterio. ''Sia da parte palestinese sia israeliana si percepisce il rischio che ad un certo punto lo storico conflitto che nasce per ragioni legate alla terra e alla nazione, sia iscritto nel piu' largo conflitto di natura religiosa. E che la causa palestinese possa infine essere imbracciata, non solo come propaganda ma anche come sostanza da forze ancora piu' legate al fondamentalismo''.
Infine - come ha ripetuto anche alla comunita' ebraica di origine italiana - Gentiloni ha riaffermato con forza che l'Italia ''rigetta ogni tentativo di delegittimare Israele nell'arena internazionale''. E per quanto riguarda l'etichettatura dei prodotti delle colonie ebraiche in Cisgiordania in arrivo da parte dell'Ue, il ministro ha spiegato che ''non e' una forma ne' un pezzo di una campagna di boicottaggio nei confronti di Israele''. ''Il servizio esterno della Ue attraverso una 'nota informativa' - ha concluso - avvisera' gli stati membri chiarendo che le caratteristiche dell'iniziativa e le modalita' tecniche di applicazione''. (ANSAmed).