Nella pressione per allentare la tensione, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon - di ritorno dalla regione - ha chiesto da New York che "i leader di Israele e Palestina si siedano insieme al tavolo" dei negoziati. L'invito di Ban Ki Moon e' irrobustito dalla spola diplomatica del segretario di stato Usa John Kerry che - dopo aver visto ieri a Berlino il premier israeliano Benyamin Netanyahu e partecipato oggi a Vienna alla riunione del Quartetto per il Medio oriente - incontrerà probabilmente domani ad Amman in Giordania il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e re Abdallah.
L'obiettivo è di ricostituire un minimo di terreno comune tra le parti, specie per la Spianata delle Moschee, in grado di calmare le acque. Per ora tuttavia e' il campo ad avere la meglio con l'Isis che tenta di sfruttare la situazione. Con un nuovo messaggio, per la prima volta in ebraico, ha minacciato gli israeliani che le violenze delle ultime settimane sono l'inizio di un conflitto ben più vasto. "La guerra vera - ha avvertito un miliziano incappucciato - non è ancora iniziata. Stiamo arrivando". A dar forza alle sue parole - che annunciano "sgozzamenti - ha mostrato una cartina sulle avanzate recenti dello Stato Islamico: "Ci stiamo avvicinando a voi da Sud (Sinai, ndr) e da Nord (Golan, ndr). Il nostro scopo è di cancellare per sempre i confini tracciati (dalle potenze occidentali nel 1916, ndr) con gli accordi di Sykes-Picot". Nel nuovo Venerdì di 'collera', un soldato israeliano (un beduino in forza all'esercito) è stato accoltellato in maniera leggera in Cisgiordania da un palestinese poi catturato. Poco dopo nel sobborgo di Nof Zion a Gerusalemme (dove la polizia non ha messo restrizioni nell' accesso dei fedeli musulmani alla Spianata e non ci sono stati scontri) la polizia ha arrestato un altro palestinese intenzionato, per sua ammissione secondo le autorità, a compiere un attacco. Nei pressi dell'insediamento ebraico di Bet El, in Cisgiordania, tre israeliane, una madre e le sue due figlie di 4 e 11 anni, sono rimaste ferite da una bomba incendiaria lanciata contro la loro auto. La più piccola, secondo i media, ha riportato bruciature sul 35% del corpo. Scontri con l'esercito israeliano si sono verificati a Hebron in una manifestazione promossa da Hamas e in altre città palestinesi: secondo la Maan sono stati 66 i manifestanti colpiti dai tiri di risposta delle forze di sicurezza israeliane. A Gaza fonti locali hanno annunciato la morte di un palestinese ferito negli scontri dei giorni scorsi. In Cisgiordania è avvenuto anche l'episodio del rabbino: in una zona agricola del villaggio palestinese di Awarta (Nablus), non lontano dalla colonia ebraica di Itamar, "un estremista di destra"(parole dello stesso religioso) ha minacciato con un pugnale e una pietra il leader del movimento 'Rabbini per i diritti umani' Arik Asherman e poi si e' dileguato. L'incidente si è verificato dopo che volontari dell'organizzazione guidata da Asherman, si erano recati come altre volte in passato in appezzamenti di terra palestinesi per difendere gli agricoltori locali da attacchi di coloni israeliani.