La sua forza, dicono tutti, è trasmettere in tempo reale aggiornamenti, foto e video, prima che questi arrivino ai media ufficiali. "La nostra struttura è molto snella" spiega Yousef che a Ramallah ci vive ed è uno dei fondatori. "Siamo sei caporedattori - aggiunge - che si danno il turno, ma abbiamo centinaia di 'citizens journalists' sparsi su tutta la zona: da Gaza al '48 (come Israele è definito, ndr), su tutti i Territori occupati e in diversi campi profughi palestinesi nel Medi Oriente. "Ma - aggiunge - abbiamo anche molti giornalisti professionisti che ci danno una mano come volontari". Grazie ad accordi con i principali operatori di telefonia palestinese (Jawwal e Watanya) e giordani (Zein), Quds News fornisce, ad un modico costo, sms-news a centinaia di migliaia di persone. I ricavi, in aggiunta alla pubblicità, garantiscono gli stipendi e la sopravvivenza dell'organizzazione. Il sito e la pagina Facebook sono al momento sotto il tiro incrociato delle critiche israeliane e di alcuni palestinesi, per il contenuto a volte molto forte delle immagini che vengono postate senza censurarne i particolari più scabrosi. Le prime accusano Al-Quds News di "istigazione" contro la popolazione israeliana; le seconde, di non avere rispetto per le famiglie dei coinvolti, mostrando scene truculente. "Noi - di difende Yousef - registriamo solo quello che succede. Se i coloni attaccano villaggi palestinesi, se l'esercito uccide innocenti o se un palestinese attacca un israeliano e abbiamo materiale video o fotografico, noi lo riportiamo. E' il nostro compito: sta al pubblico valutare gli eventi". Il giovane reporter sostiene inoltre che l'accusa di istigazione può essere rivolta anche verso alcuni siti e pagine Facebook israeliane, specialmente quelle dei coloni, dove "sono state postate fotografie di palestinesi innocenti, ma definiti come in procinto di commettere attacchi contro israeliani, provocandone l'arresto da parte dell'esercito". Ma i problemi per Al-Quds News - osserva Yousef - non arrivano solo da Israele, ma anche dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) "i problemi ci sono, ma in questo momento non possiamo combattere su due fronti". Alla base del successo dl network non c'è solamente la velocità e la mole di notizie che offre, ma anche - secondo Yousef - al declino dei media tradizionali. "Le maggiori testate palestinesi - dice - stanno ancora facendo la transizione dall'analogico al digitale. Noi siamo nati digitali, chi fruisce dei nostri servizi consuma news sul proprio telefonino o ipad, per questo abbiamo successo".
Mo: 'cittadini giornalisti', segreto successo Al-Quds News
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La sua forza, dicono tutti, è trasmettere in tempo reale aggiornamenti, foto e video, prima che questi arrivino ai media ufficiali. "La nostra struttura è molto snella" spiega Yousef che a Ramallah ci vive ed è uno dei fondatori. "Siamo sei caporedattori - aggiunge - che si danno il turno, ma abbiamo centinaia di 'citizens journalists' sparsi su tutta la zona: da Gaza al '48 (come Israele è definito, ndr), su tutti i Territori occupati e in diversi campi profughi palestinesi nel Medi Oriente. "Ma - aggiunge - abbiamo anche molti giornalisti professionisti che ci danno una mano come volontari". Grazie ad accordi con i principali operatori di telefonia palestinese (Jawwal e Watanya) e giordani (Zein), Quds News fornisce, ad un modico costo, sms-news a centinaia di migliaia di persone. I ricavi, in aggiunta alla pubblicità, garantiscono gli stipendi e la sopravvivenza dell'organizzazione. Il sito e la pagina Facebook sono al momento sotto il tiro incrociato delle critiche israeliane e di alcuni palestinesi, per il contenuto a volte molto forte delle immagini che vengono postate senza censurarne i particolari più scabrosi. Le prime accusano Al-Quds News di "istigazione" contro la popolazione israeliana; le seconde, di non avere rispetto per le famiglie dei coinvolti, mostrando scene truculente. "Noi - di difende Yousef - registriamo solo quello che succede. Se i coloni attaccano villaggi palestinesi, se l'esercito uccide innocenti o se un palestinese attacca un israeliano e abbiamo materiale video o fotografico, noi lo riportiamo. E' il nostro compito: sta al pubblico valutare gli eventi". Il giovane reporter sostiene inoltre che l'accusa di istigazione può essere rivolta anche verso alcuni siti e pagine Facebook israeliane, specialmente quelle dei coloni, dove "sono state postate fotografie di palestinesi innocenti, ma definiti come in procinto di commettere attacchi contro israeliani, provocandone l'arresto da parte dell'esercito". Ma i problemi per Al-Quds News - osserva Yousef - non arrivano solo da Israele, ma anche dall'Autorità nazionale palestinese (Anp) "i problemi ci sono, ma in questo momento non possiamo combattere su due fronti". Alla base del successo dl network non c'è solamente la velocità e la mole di notizie che offre, ma anche - secondo Yousef - al declino dei media tradizionali. "Le maggiori testate palestinesi - dice - stanno ancora facendo la transizione dall'analogico al digitale. Noi siamo nati digitali, chi fruisce dei nostri servizi consuma news sul proprio telefonino o ipad, per questo abbiamo successo".