(di Michele Monni)
(ANSAmed) - RAMALLAH, 23 NOV - Dalla Terra di Mezzo del
Signore degli Anelli ai Territori occupati palestinesi: Viggo
Mortensen, star internazionale di origine danese, è arrivato in
Cisgiordania per promuovere Loin des Hommes (Lontano dagli
uomini), pellicola presentata nel 2014 al Festival del Cinema di
Venezia e ispirata a "L'Ospite", un racconto breve del maitre a
penser dell'esistenzialismo francese Albert Camus. La storia si
sviluppa tra le montagne dell'Atlas algerino, dove un "pied
noir", Daru (interpretato da Mortensen), francese di
nazionalità, ma algerino di nascita, lavora come maestro di
scuola insegnando a leggere ai bambini di un vicino villaggio. È
il 1954, la rivolta algerina contro lo stato coloniale francese
è già divampata e Daru si ritrova alle prese con un dilemma. Gli
è stato affidato un pastore che dovrebbe consegnare alle
autorità perché accusato dell'omicidio del cugino: se non lo
farà, i parenti della vittima inizieranno una faida contro la
famiglia di Mohammed (interpretato magistralmente da Reda
Kateb), il quale riluttante accetta però fieramente il suo
destino. Inizia così un viaggio in cui i due protagonisti
cominceranno a conoscersi e si confronteranno sull'etica della
scelta: il sacrificio personale o la morte delle persone amate.
Durante il "voyage", i due incontreranno altri pied noir e
gli ex compagni d'arme algerini - adesso ribelli - di Daru, che
avevano partecipato alla disastrosa campagna d'Italia durante la
Seconda guerra mondiale. Ma c'è anche l'incontro con i soldati
francesi responsabili di crimini di guerra coi quali Daru
esprimerà il suo disappunto e attraverso i quali deciderà di
tagliare definitivamente il cordone ombelicale della sua
francesita', per abbracciare un concetto di umanità allargata e
non legata all'etnia. Incontri che faranno cambiare le loro
prospettive e la loro idea di relazione con gli esseri umani. Il
vero protagonista del film è pero il deserto montagnoso
dell'Atlas che, oltre a dare un'aurea malinconica e
introspettiva alla pellicola, funge da metafisico western, dove
la lotta con il duro paesaggio esteriore, riflette la
desolazione spirituale nella quale nasce la scelta dei due
protagonisti.
"Mi sono ispirato ai Western degli anni cinquanta, alla
costante lotta tra l'uomo e gli elementi, ma anche alla continua
battaglia morale che essi affrontano in un territorio ostile",
ha detto al termine della proiezione di Ramallah il regista
David Oelhoffen (figlio di un pied noir) accompagnato da
Mortensen. La ricezione del pubblico palestinese è stata buona,
anche se qualcuno, tracciando un parallelo tra il progetto
coloniale francese in Algeria e la politica delle colonie
intrapresa da Israele, ha sottolineato che la rappresentazione
del "colono" Daru e di Mohammed, sia troppo "orientalistica",
ovvero rappresenti l'innata superiorità dell'uomo bianco sul
"bon sauvage" locale. Lo stesso Mortensen, che nel film recita
in francese e in arabo, ha cercato di confutare questo tipo di
critiche definendo la relazione tra i due protagonisti come "un
percorso di formazione nel quale i due uomini, non solo
diventano amici, ma allo stesso tempo accettano la loro
essenziale umanità, abbracciando il loro incerto destino a testa
alta".
Il film è stato presentato all'interno del 'Festival du Film
Franco-Arabe' organizzato dall'istituto di cultura francese di
Ramallah e verrà mostrato, insieme alle altre pellicole del
festival, in tutte le principali città palestinesi.(ANSAmed).