La avventura di al-Hakawati inizia negli anni Settanta del secolo scorso per iniziativa del celebre attore Francois Abu Salem: il figlio di un diplomatico ungherese e di una donna francese, cresciuto fra Beirut, Gerusalemme est e Parigi dove ebbe modo di conoscere Ariane Menouchkine e il suo Theatre du Soleil. Dopo aver vagato per anni nei Territori, nel 1984 gli attori di al-Hakawati trovarono finalmente una dimora stabile nell'ex-cinema Nuzha, vicino al celebre Hotel American Colony: ossia nella linea 'di sutura' fra il settore est di Gerusalemme, quello palestinese, e il settore ovest, israeliano.
Necessariamente arte e politica erano destinati a sovrapporsi. Al pubblico palestinese gli attori offrirono sia un proprio repertorio originale, sia traduzioni di opere di Dario Fo, Brecht e Cechov. Ma dal 1987 il teatro si trovo' nell'occhio del ciclone della prima intifada: Gerusalemme est divenne zona di battaglia, il pubblico fu costretto a disertare. Nel corso dei decenni il teatro ha saputo comunque diventare un punto di riferimento obbligatorio della cultura palestinese, anche se ancora per chi abita in Cisgiordania non e' facile superare i posti di blocco israeliani e raggiungere Gerusalemme est.
Adesso la parola passa agli avvocati. Negli ultimi giorni il teatro e' riuscito a racimolare un terzo della cifra dovuta. Una boccata di ossigeno, ma la crisi non e' stata ancora superata.
Secondo Haaretz, che dedica ampio spazio alla vicenda, la ciambella di salvataggio decisiva per il teatro palestinese potrebbe giungere in definitiva dall'Unione europea.