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Mo: case per turisti 'immerse in natura', ma sono in colonie

Proteste contro Airbnb, ma il sito si difende

13 gennaio, 14:54

(ANSA) - TEL AVIV, 13 GEN - Case confortevoli in ambiente familiare, immerse nella natura, a poche decine di minuti da Tel Aviv o da Gerusalemme, a prezzi molto convenienti. Negli ultimi giorni questo genere di inserzioni ha destato attenzione - e anche proteste da parte palestinese - quando un blog israeliano di sinistra, Sihà Mekomit, ha rivelato che in maniera non sempre evidente a turisti stranieri ignari viene proposto di pernottare in colonie ebraiche della Cisgiordania: ossia in aree politicamente controverse, dove inoltre si registrano sovente episodi di violenza.

Le critiche sono state rivolte al sito internazionale Airbnb, che fa da legame fra escursionisti e quanti vogliano mettere a loro disposizione stanze da letto o anche appartamenti. Di fronte alle rimostranze palestinesi (rilanciate anche dalla emittente al-Jazira), un portavoce di Airbnb ha respinto ogni addebito. "Seguiamo - ha detto, citato dal Jerusalem Post - le leggi e le regole relative a dove noi possiamo fare affari.

Investighiamo quando vengono espresse preoccupazioni circa inserzioni specifiche". Nell'inchiesta di Sihà Mekomit - che ha suscitato interesse internazionale - è emerso ad esempio che coloni della Cisgiordania hanno respinto la richiesta di un fantomatico "cittadino Usa di origine palestinese" di essere loro ospite. "In questo momento - ha risposto uno dei coloni - la situazione e' un po' tesa. In un futuro più sereno, signor Khaled, saremo felici di ospitarla".

Nelle inserzioni i pernottamenti nelle colonie sono invece presentati come un'occasione di relax in ambienti in apparenza pastorali. Per Sihà Mekomit però il sito Airbnb deve essere egualmente criticato perchè "sostiene l'economia delle colonie ebraiche". Inoltre dovrebbe chiarire che quei villaggi si trovano in zone controverse e che per la comunità internazionale non fanno parte di Israele.(ANSA).

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