Le critiche sono state rivolte al sito internazionale Airbnb, che fa da legame fra escursionisti e quanti vogliano mettere a loro disposizione stanze da letto o anche appartamenti. Di fronte alle rimostranze palestinesi (rilanciate anche dalla emittente al-Jazira), un portavoce di Airbnb ha respinto ogni addebito. "Seguiamo - ha detto, citato dal Jerusalem Post - le leggi e le regole relative a dove noi possiamo fare affari.
Investighiamo quando vengono espresse preoccupazioni circa inserzioni specifiche". Nell'inchiesta di Sihà Mekomit - che ha suscitato interesse internazionale - è emerso ad esempio che coloni della Cisgiordania hanno respinto la richiesta di un fantomatico "cittadino Usa di origine palestinese" di essere loro ospite. "In questo momento - ha risposto uno dei coloni - la situazione e' un po' tesa. In un futuro più sereno, signor Khaled, saremo felici di ospitarla".
Nelle inserzioni i pernottamenti nelle colonie sono invece presentati come un'occasione di relax in ambienti in apparenza pastorali. Per Sihà Mekomit però il sito Airbnb deve essere egualmente criticato perchè "sostiene l'economia delle colonie ebraiche". Inoltre dovrebbe chiarire che quei villaggi si trovano in zone controverse e che per la comunità internazionale non fanno parte di Israele.(ANSA).