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Islam: libro su velo riapre questione libertà o identità

Presentato 'Quel velo sul tuo volto' di Nicola Lofoco

19 maggio, 12:22

(ANSAmed) - ROMA, 18 MAG - "Una cosa è parlare dell'identità, un'altra è parlare della libertà della donna. Ci sono donne arabe che portano il velo per ribadire la loro identità in maniera libera; ma non possiamo escludere che ve ne siano altre che possono essere sottomesse". Lo ha sostenuto Foad Aodi, presidente di Co-mai e Focal Point per l'integrazione in Italia per Alleanza delle Civiltà (UNAoC), alla presentazione del libro "Quel velo sul tuo volto" di Nicola Lofoco.

La sola via per impedire interpretazioni individuali dell'Islam - ha proseguito lanciando un appello - che ledono le libertà e allo stesso tempo acuiscono le strumentalizzazioni, "è arrivare ad un accordo sulla libertà religiosa tra le comunità arabe e musulmane italiane e il governo, favorendo così la convivenza pacifica, la sicurezza e la trasparenza economica". Presente anche il delegato D'Affari della Lega Araba in Italia Zouheir Zouairi, l'ambasciatrice di Palestina a Roma, Mai Al Kaila, ha approfondito la questione-velo: "In Terra Santa il velo è largamente diffuso, non solo tra le donne arabe, ma anche tra le donne cristiane ed ebree, per rispetto, tradizione e cultura. Nessuno deve subire una sottomissione. Il velo è una libertà personale, non un atto religioso. Deve essere portato in modo libero e non associato al terrorismo che non ne ha niente a che vedere. Il mondo arabo soffre per questi pregiudizi".

Da parte Sua, Maria Amata Garito, Rettore dell'Università Telematica internazionale UNINETTUNO, ha dichiarato: "Quando si parla dell'uso del velo delle donne arabe non si può generalizzare. Ci sono tante tipologie di velo - aggiunge - e diverse sono le motivazioni, di carattere culturale, storico, politico e sociale, che spingono le donne arabe e musulmane ad indossarlo. Il velo che lascia scoperto il viso spesso riflette l'affermazione di un'identità, di una scelta libera e consapevole, altra cosa è il velo integrale che nella sua imposizione diventa strumento di controllo e di privazione della libertà delle donne. Sono convinta che la liberazione di tutte le donne vive nella luce della conoscenza, per questo è sempre più importante democratizzare l'accesso al sapere attraverso le nuove tecnologie".

 

Tra gli altri ospiti anche Enrico Granara, ministro plenipotenziario e coordinatore per gli Affari multilaterali del Mediterraneo e del Medio Oriente. (ANSAmed).

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