Situata sulle colline a nord di Ramallah, Rawabi ('colline' in arabo), ha visto a oggi investimenti per un totale di 1.2 miliardi dollari grazie ad un fondo di investimenti del Qatar e, oltre ad impiegare stabilmente circa 800 persone, ha fatto da volano per l'asfittica economia palestinese, creando un indotto che dà impiego a circa 5000 persone. "Abbiamo già 250 famiglie che si sono trasferite negli ultimi anni e ne aspettiamo molte di più quando in settembre apriranno le scuole" ha spiegato all'ANSA Ibrahim Natur, uno dei progettisti di Rawabi. Negli anni, Al-Masri e il suo progetto, hanno dovuto fare i conti con le critiche di diversi palestinesi, che vedono nella città un esempio della "normalizzazione dell'occupazione israeliana", dato che le forniture dei materiali arrivano tutte da Israele. Accuse che al-Masri ha bollato come le critiche dei "salotti della sinistra".
Che Rawabi sia diversa dal resto delle città palestinesi - oggetto negli anni, secondo diversi analisti, di un'espansione caotica dovuta alle restrizioni israeliane e alla mancanza di un serio piano regolatore che ha favorito la speculazione edilizia-, è immediatamente chiaro quando si passeggia per le sue strade: ordine, vivibilità e sostenibilità la fanno da padrone. "Tutti gli edifici sono equipaggiati con pannelli solari di ultima generazione, le acque di scarico sono riutilizzate per l'irrigazione delle aree verdi, la fibra ottica è disponibile in ogni abitazione e tutte le pietre utilizzate per le finiture delle strade e degli edifici provengono da Rawabi" ha spiegato Natur, aggiungendo che le tecnologie utilizzate per la costruzione della Smart City, hanno formato professionalmente moltissimi lavoratori. "Sono stato uno dei primi acquirenti e sono soddisfatto della mia scelta" ha detto Munter, uno dei residenti della città che punta, nella prima fase, a raggiungere le 25.000 presenze.
"L'atmosfera qui è molto diversa da Nablus - ha precisato- c'è ordine, pulizia e un senso di sicurezza mai provato prima". Per capire le potenzialità commerciali e del nuovo approccio urbanistico-sociale della città, basta visitare il centro commerciale in via di ultimazione e lo splendido anfiteatro con una capacità di circa 12.000 persone. "Siamo in contatto con brand internazionali come Zara e Mango e con diversi marchi italiani che vogliono aprire negozi e caffè a Rawabi", ha aggiunto Natur. Nonostante le difficoltà dovute all'occupazione israeliana -secondo i media locali solo dal maggio 2015 la città ha iniziato a ricevere una modesta quantità di acqua (300mt3) dalla compagnia statale Mekorot-, Rawabi continua a crescere e a invogliare giovani coppie attratte dai prezzi delle abitazioni -meno costose che a Ramallah- e dalla speranza di una normalità che sembra ancora difficile trovare nel resto delle città palestinesi. (ANSAmed).