Come in passato, Netanyahu ha addossato la responsabilità del blocco dei negoziati con i palestinesi al presidente dell'Anp, Abu Mazen, "il quale fugge e fugge", per esimersi da trattative con Israele. "Nemmeno un congelamento di dieci mesi della colonizzazione, anni fa, riuscì a sbloccare lo stallo", ha rilevato il premier. Netanyahu ha poi denunciato con foga l'inaugurazione, ieri a Ramallah (Cisgiordania), di una lapide in onore di un palestinese che nel 1975 fece esplodere un frigorifero nel centro di Gerusalemme provocando la morte di 15 persone e il ferimento di decine.
In risposta a una domanda, Netanyahu ha affermato che se non avesse eretto una barriera sul confine con l'Egitto Israele sarebbe stato "inondato" da masse di migranti africani. "Ne sarebbero giunti 120 mila all'anno, oltre un milione in un decennio", "la nostra demografia sarebbe stata alterata, lo Stato ebraico sarebbe evaporato".
Il premier ha infine minimizzato l'importanza della verifica nei suoi confronti avviata dal Controllore di Stato. "E' solo aria fritta", ha assicurato, smentendo poi voci diffuse da un blogger americano su un presunto coinvolgimento nella vicenda di suoi stretti familiari. (ANSAmed).