(ANSAmed) - TEL AVIV, 22 AGO - Un sondaggio indica che solo una piccola maggioranza di palestinesi (51%) e di israeliani (59%: 53% di ebrei israeliani e 87% di arabi israeliani) si schiera a sostegno della Soluzione a 2 Stati, pur non fidandosi dell'altra parte.
Il sondaggio è stato effettuato dall'Israel Democracy Institute (Idi) di Gerusalemme e dal Palestinian Center for Policy and Survey (Psr) di Ramallah, con fondi Ue e in partnership con il Konrad-Adenauer Stiftung.
Pubblicata oggi, l'inchiesta - 1,270 i palestinesi e 1,184 gli israeliani coinvolti - indica anche un gradimento minore se agli intervistati si prospetta un accordo di pace basato su punti che derivano da precedenti negoziati: solo il 39% dei palestinesi e il 46% degli israeliani (39% di ebrei israeliani e 90% di arabi israeliani) lo sostiene.
I punti dell'ipotetico accordo sono: la Palestina come stato smilitarizzato, il ritiro israeliano ai confini del '67 con eguali scambi di territorio, la riunificazione familiare in Israele per 100,000 rifugiati palestinesi, Gerusalemme ovest capitale di Israele e quella est della Palestina con il Quartiere ebraico della Città Vecchia e il Muro del Pianto sotto controllo israeliano mentre la Spianata delle Moschee, il quartiere musulmano e quello cristiano andrebbero ai palestinesi. Il consenso ad una simile intesa aumenterebbe però di un quarto per i due campioni di intervistati se l'accordo includesse anche un'intesa regionale arabo-israeliana.
Ma chi dovrebbe fare l'accordo? Il 44% dei palestinesi preferisce negoziati multilaterali mentre il 40% degli israeliani propende per negoziati bilaterali. Se prevalessero i primi, il 28% degli israeliani e il 22% dei palestinesi si schierano per un supporto arabo (Arabia Saudita, Giordania, Egitto). Altri sponsor multilaterali come Usa, Ue o Onu non raccolgono che pochi consensi.
Equanime il giudizio del campione per quanto riguarda la responsabilità del fallimento di precedenti negoziati: la maggioranza dei palestinesi incolpa gli israeliani e viceversa.
Così come solo il 43% dei palestinesi e la stessa percentuale di israeliani crede che l'altra parte voglia veramente la pace.
Intanto ieri Israele ha colpito decine di obiettivi a Gaza dopo il lancio di un razzo dalla Striscia rivendicato da un gruppo filo-Isis: lo riferisce Haaretz che cita una fonte anonima dell'Esercito.
E' stata presa di mira "l'infrastruttura di Hamas", spiega la fonte, sottolineando che un attacco così poderoso è "raro" e "fuori dall'ordinario", dalla fine del conflitto due anni fa, ma che "non c'è l'intenzione di iniziare una escalation". Secondo alcune fonti, gli obiettivi colpiti sono almeno 30. (ANSAmed).