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Israele: partiti religiosi contro negozi aperti di 'shabbat'

Dopo crisi per lavori ferroviari urgenti ma rinviati a domenica

06 settembre, 12:38

TEL AVIV - Dopo i lavori ferroviari durante lo shabbat - bloccati dal premier Netanyhau, nonostante l'urgenza, per paura di reazioni negative degli ultraortodossi - i partiti religiosi sono intenzionati ad andare all'attacco dei negozi aperti, soprattutto a Tel Aviv, durante il riposo sabbatico.

Secondo indiscrezioni dei media, il ministro degli interni, e leader di Shas, una delle formazioni della coalizione di maggioranza di Benyamin Netanyahu, sta formulando una proposta di legge che mira alla proibizione del lavoro di shabbat, inclusi gli alimentari e i chioschi.

Al tempo stesso Deri suggerisce che il governo non intervenga nella politica del comune di evitare l'applicazione delle leggi sul lavoro di sabato in tre percorsi specifici a Tel Aviv, oltre che nei negozi che operano presso le stazioni locali di gas. In sostanza, secondo Haaretz, l'unica possibilità di negozi aperti avverrebbe a Tel Aviv in sole tre zone: il porto di Jaffa, quello di Tel Aviv e il complesso commerciale di Sarona in centro città. 

Israele: governo scricchiola dopo 'crisi Shabbat'. Caos treni per lite premier-ministro.

Incontrastato mattatore della politica interna, Benyamin Netanyahu ha subito ora un repentino calo negli indici di gradimento degli israeliani per le ripercussioni di una lite avuta col ministro dei trasporti Israel Katz (Likud) circa l'opportunita' di svolgere durante il riposo sabbatico lavori urgenti di manutenzione alle ferrovie. Preoccupato per le ripercussioni negative nelle relazioni con i partiti ortodossi, venerdi' il premier li ha bloccati a sorpresa. Di conseguenza i lavori sono stati completati solo domenica 4 settembre, paralizzando la linea ferroviaria Tel Aviv-Haifa e lasciando 150 mila passeggeri in balia di altri trasporti pubblici aleatori.

A completare il pesante fine settimana e' giunto  il crollo a Tel Aviv di un parcheggio sotterraneo quasi completato. Anche in questa circostanza il governo si e' trovato sotto accusa perche' il disastro - costato la vita ad almeno due manovali - ha illuminato una deficienza nota, ma trascurata, nei controlli statali dei cantieri edili dove dall' inizio dell'anno si sono avuti gia' altri 32 morti. Un bilancio piu' pesante di quello subito per gli attacchi terroristici.

Le immagini del caos nel traffico di Tel Aviv hanno offuscato l'immagine pubblica del premier e nei sondaggi pubblicati dalla stampa odierna la maggioranza degli israeliani attribuiscono a lui - e non al ministro Katz - la responsabilita' della crisi.

La maggioranza degli israeliani ritengono inoltre che la questione dei lavori condotti durante il riposo sabbatico - sui quali in passato i partiti ortodossi sono rimasti cauti - non siano stati la vera scintilla della crisi. A loro parere essa sarebbe stata generata piuttosto dai rapporti avvelenati fra Netanyahu e Katz che, ancora di recente, ha cercato invano di arginare lo strapotere del premier nei vertici del Likud. Netanyahu - sostengono alcuni opinionisti - ha visto nella autorizzazione di Katz di autorizzare i lavori di sabato una ''bomba ad orologeria'' concepita per scardinare l'attuale coalizione di governo.

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