(ANSAmed) - Roma, 18 OTT - La contestata risoluzione,
approvata dal comitato esecutivo dell'Unesco lo scorso 13
ottobre e adottata definitivamente oggi, ha per tema la
questione dell'Haram al Sharif, la spianata delle moschee di
Gerusalemme, da dove - secondo la tradizione - Maometto è asceso
al cielo.
Il documento - che usa sempre la terminologia araba per
definire luoghi chiamati in modo diverso da musulmani e ebrei -
non affronta da nessuna parte la questione se il Muro del Pianto
sia un luogo sacro per gli ebrei oppure no.
L'approccio è diverso: è quello della denuncia delle
violazioni degli accordi internazionali e in particolare
dell'Haram al Sharif, compiute - ad avviso dell'organismo
dell'Onu - da parte israeliana per quanto riguarda lo Status
Quo storico della spianata delle moschee, ancora formalmente
sotto giurisdizione giordana.
La risoluzione si sofferma soprattutto su due aspetti: il
fatto che gruppi della destra ebraica sempre più spesso si
rechino sulla spianata delle moschee (e non solo al Muro del
Pianto), rivendicando il diritto a pregare sul 'Monte del
Tempio', che sorgeva in quel luogo prima di essere distrutto dai
romani nel 70 dopo Cristo. L'Unesco deplora fermamente - si
legge - "le continue irruzioni da parte di estremisti della
destra israeliana e dell'esercito nella moschea di Al Aqsa e
nell' Haram al Sharif, e chiede a Israele, potenza occupante, di
adottare misure per prevenire provocazioni che violano la
santità e l'integrità" della spianata dello moschee. Secondo
punto, il documento denuncia gli scavi fatti e le infrastrutture
costruite unilateralmente dalle autorità israeliane nel
complesso che riguarda anche la spianata delle Moschee, e "il
crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la libertà
di preghiera dei musulmani nei loro luoghi santi".
In sintesi, l'Unesco chiede a Israele di accettare il
rispetto pieno dello Status Quo, concordato tra lo Stato ebraico
e la Giordania dopo la guerra del '67, che garantisce tra
l'altro agli ebrei la possibilità di visitare la spianata ma
non di pregare e riserva invece ai musulmani questo diritto.
Secondo lo Status Quo, l'esclusiva autorità sulla Moschea di
Al Aqsa e sulla spianata dell'Haram al Sharif spetta al
dipartimento per gli affari religiosi giordano, il Waqf. Lo
Status quo - bisogna ricordare - venne di fatto messo in
discussione dalla famosa passeggiata, nel settembre del 2000, di
Ariel Sharon sulla spianata, che anticipava chi oggi rivendica
il diritto degli ebrei a salire a pregare sul Monte del Tempio
(come gli israeliani chiamano l'Haram al Sharif).
Il documento dell'Unesco definisce Israele "la potenza
occupante" su Gerusalemme est. Un termine ineccepibile da un
punto di vista del diritto internazionale e delle risoluzioni
dell'Onu dopo il 1967, ma che certo non fa piacere alle autorità
israeliane, come anche l'intero tono del documento. (ANSAmed).