L'obiettivo è la creazione di una rete di forze sociali che possa rilanciare il dialogo tra Paesi che vivono "una condizione di crisi emblematicamente e tristemente rappresentata dall'esodo di popolazioni che, attraversando questo mare - scrivono in un documento congiunto i sindacati degli 8 Paesi - cercano di fuggire dalle miserie e dalle persecuzioni, affidandosi a mercanti di morte che ne sfruttano il dolore". Chiedono insieme "più coraggio e più determinazione", di affrontare l'emergenza migranti con un "nuovo approccio" che non sia "basato solo sulla sicurezza" ma "inclusivo", che integri la dimensione economica, sociale, culturale", una "accoglienza intelligente e solidale", a cui affiancare il lavoro per "costruire opportunità di crescita e di occupazione in quei territori da cui partono i flussi migratori". Obiettivi che puntano anche a creare le condizioni "per un efficace contrasto della delinquenziale opera degli scafisti".
Carmelo Barbagallo vuole che il progetto che nasce oggi a Lampedusa possa crescere nel tempo: punta ad "allargarlo ad altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come Spagna, Grecia, Turchia. E anche alla Siria appena le difficili condizioni del Paese lo consentiranno". Intanto, con l'impegno di tutti i sindacati presenti e che hanno firmato l'accordo, l'evento di Lampedusa si ripeterà "una volta l'anno", "a turno" nei diversi Paesi coinvolti. "Vogliamo ripetere questo incontro ogni anno, in tutti i Paesi del Mediterraneo, e magari nella stessa data del 2 febbraio, all'insegna dei valori della cooperazione, della solidarietà, e dello sviluppo". E "non è un club esclusivo. Dobbiamo includere, coinvolgere tutti i sindacati del Mediterraneo che oggi non ci sono, e tutti gli altri sindacati italiani".(ANSAmed).