L'installazione ha già toccato altri cinque campi palestinesi, tra il Libano e la Giordania, e ha dato vita alla creazione di una collezione permanente della Arab Image Foundation di Beirut. Al Macba, le foto hanno dato vita a una serie di conversazioni su come si è formata l'iconografia dei rifugiati a partire dagli anni '50 con le immagini dell'Agenzia Onu per i Rifugiati, e poi con le immagini dell'Olp e dei media internazionali. Il tema si inserisce nel percorso aperto proprio al museo catalano con la mostra 'Akram Zaatari. Contro la fotografia'. Nel corso degli incontri è emerso che trasformare le fotografie in una performance e non in una mostra, riesce a sospendere la logica della rappresentazione, evidenziando invece i conflitti e i dilemmi che emergono dalle immagini. Ecco perché Yasmine Eid-Sabbagh ha scelto un allestimento con le immagini poste l'una di fronte all'altra, non in contrapposizione ma per creare una comunità e discutere appunto con i visitatori su quella comunità creatasi nel campo profughi e nel corso del progetto di fotografia con i giovani palestinesi. (ANSAmed).
Iconografia dei rifugiati, incontri fotografici a Barcellona
Antropologa visuale parte da foto campo libanese Burj al-Shamal
L'installazione ha già toccato altri cinque campi palestinesi, tra il Libano e la Giordania, e ha dato vita alla creazione di una collezione permanente della Arab Image Foundation di Beirut. Al Macba, le foto hanno dato vita a una serie di conversazioni su come si è formata l'iconografia dei rifugiati a partire dagli anni '50 con le immagini dell'Agenzia Onu per i Rifugiati, e poi con le immagini dell'Olp e dei media internazionali. Il tema si inserisce nel percorso aperto proprio al museo catalano con la mostra 'Akram Zaatari. Contro la fotografia'. Nel corso degli incontri è emerso che trasformare le fotografie in una performance e non in una mostra, riesce a sospendere la logica della rappresentazione, evidenziando invece i conflitti e i dilemmi che emergono dalle immagini. Ecco perché Yasmine Eid-Sabbagh ha scelto un allestimento con le immagini poste l'una di fronte all'altra, non in contrapposizione ma per creare una comunità e discutere appunto con i visitatori su quella comunità creatasi nel campo profughi e nel corso del progetto di fotografia con i giovani palestinesi. (ANSAmed).