Nei giorni scorsi una delegazione egiziana ad alto livello si e' recata nella Striscia per verificare gli sviluppi sul terreno.
Ieri un dirigente di Hamas, Halil al-Haya, ha intanto ricordato che in questa fase per la sua organizzazione restano almeno due linee rosse: quella delle armi (ossia del controllo sull'ala militare di Hamas, che insiste per mantenere la propria autonomia di fronte ai vertici dell'Autorità nazionale palestinese) e quella di 40 mila impiegati pubblici assunti nei 10 anni in cui la Striscia e' stata amministrata da Hamas. Hamas si oppone alla loro sostituzione con 10 mila funzionari che in passato hanno lavorato per l'Anp. In un editoriale il direttore della agenzia di stampa palestinese Maan, Nasser Laham rileva che nei giorni scorsi dirigenti di Hamas e di al-Fatah si sono scambiati frecciate ma le probabilità di successo della riconciliazione restano concrete. Ne fa riprova, fra l'altro, il fatto che l'Egitto continua a dedicare grande attenzione alla riconciliazione palestinese, malgrado il recente e grave attentato nel Sinai.
Fonti locali aggiungono che, benchè il valico di Rafah sia chiuso alle persone, l'Egitto consente egualmente l'ingresso di forniture di diesel per la centrale elettrica di Gaza.
(ANSAmed).