Per uscire dallo stallo, ha avvertito l'Olp, se il Giro non vuole rendersi "complice" di quella politica, "occorre spostare la gara fuori da Israele".
Ieri era arrivato il monito dei ministri israeliani Miri Regev (Sport e Cultura) e Yariv Levin (Turismo) a sostituire la dicitura 'Gerusalemme Ovest' con quella di 'Gerusalemme', pena la rinuncia della partecipazione di Israele, che pure sta preparando da mesi l'evento.
Ma indicando in 'Gerusalemme' il punto di partenza della tappa di inizio, secondo l'esponente dell'Olp Ashrawi, "il Giro servirà solo a legittimare l'annessione" ed a "distorcere" il l carattere della città". Secondo l'Olp, al punto attuale, la soluzione migliore è spostare la gara fuori da Israele.
L'ambasciata di Palestina in Italia, da parte sua, accusa gli organizzatori del Giro di aver "ceduto al ricatto" d'Israele.
Gerusalemme est, ricorda l'ambasciata, è destinata a fungere da "legittima capitale dello Stato di Palestina". Non riconoscerlo "significa non riconoscere la soluzione dei due Stati".
(ANSAmed).