Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Libri: 'Il pianista di Yarmouk' racconta la sua storia

Dalla Siria alla Germania, la musica può cambiare il mondo

04 aprile, 16:57

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 4 APR - ''Vorrei riuscire a cambiare quella mentalità che vede nei migranti unicamente orde di terroristi.

Non è così. Non tutti quelli che arrivano in Europa sono persone cattive. Raccontando la mia storia e attraverso la mia musica, spero di contribuire a cambiare anche soltanto di poco questa visione. A parlare è Aeham Ahmad, per tutti 'il pianista di Yarmouk', il giovane musicista palestinese ritratto in uno scatto, nel 2014, mentre seduto alla tastiera di un pianoforte malconcio, circondato da macerie nel campo profughi palestinese situato alla periferia sud di Damasco, che lo fa diventare un'icona di quella guerra che in 7 anni ha annientato un Paese. Sfuggito all'inferno siriano attraverso la rotta balcanica per arrivare in Germania - dove oggi vive insieme alla moglie e ai suoi due figli - in questi giorni Aeham è in Italia per presentare il suo libro - Il Pianista di Yarmouk (La nave di Teseo, pp. 348, Euro 20) - in cui racconta la sua storia: dalla sua vita a Yarmouk, dove prima del 2011 vivevano circa 650 mila profughi palestinesi - all'inizio delle rivolte, alla guerra, fino alla fuga e al suo arrivo a Wiesbaden. ''Il mio libro - racconta ad ANSAmed - rappresenta un modo per lavare la mia colpa''. Quella di essersi lasciato alle spalle i genitori, il fratello - sbattuto in carcere dal regime da oltre 4 anni e di cui non si hanno più notizie-, i suoi amici - tra cui Niraz Saied, l'autore dello scatto che lo rese noto in tutto il mondo - e le migliaia di siriani intrappolati in quell'inferno. Nato a Damasco nel 1988, Aeham inizia a studiare musica a 5 anni. Controvoglia, come lui stesso scrive, ma spinto con tenacia dal padre, che malgrado la sua cecità, suonava il violino. ''Noi siamo rifugiati'', gli diceva. ''Nella nostra terra non possiamo tornarci. Quindi tu devi essere internazionale''. Per questo, lo iscrive alla scuola statale di musica della capitale, frequentata dalla borghesia benestante damascena, non certo un posto ''per un lurido bambino palestinese di Yarmouk''. Il tragitto, racconta l'autore nel suo libro, durava un'ora e mezza per andare e un'ora e mezza a tornare. Lo percorrevamo insieme. Nel narrare della sua infanzia e della sua adolescenza, Aeham apre una finestra sulla vita nell'insediamento dove la sua famiglia era riuscita a costruirsi un certo benessere, fino alla spaccatura interna alla comunità con lo scoppio del conflitto, fra chi chiede la neutralità e chi appoggia Assad. Della musica Aeham ne ha fatto la sua vita - lavorando nel negozio di strumenti che il padre aprì a Yamouk per lui e nella fabbrica di liuti - e la sua salvezza, una volta uscito dalla Siria è grazie ai suoi concerti in giro per l'Europa che riesce mantiene la sua famiglia. Ma anche un simbolo di coraggio e speranza in mezzo al caos. Con l'inizio dell'assedio di Yarmouk, infatti, ogni giorno Aeham trascinava il suo piano su di un carretto e si mette a suonare, circondato da bambini che lo accompagnano con il loro canto. Fino al 17 aprile 2015 quando i miliziani dell'Isis bruciano il suo pianoforte e uccidono uno dei bambini che stava accanto a lui. E' lì che decide di scappare. Ancora oggi, a Wiesbaden, insegna musica. ''Ho anche un piccolo negozio e Tahani, mia moglie, insegna arte. E' grazie però ai miei concerti che riesco a vivere''. Guardandosi alle spalle si dice fiero di quanto sia riuscito a fare. Dal momento in cui ho lasciato la Siria, in un anno sono riuscito a fare arrivare mia moglie e i nostri figli. Oggi sarebbe impossibile.

La legge in tema di rifugiati in Germania è molto cambiata''.

Sto provando a fare venire mio padre in tutti i modi. Ma è molto difficile. E' malato e vorrei provare a farlo curare qui''. Oggi a Yarmouk, dice, sono rimaste 6 mila persone. ''E la situazione è nuovamente precipitata. E si continua a morire di fame''. Domani pomeriggio il 'pianista di Yarmouk' sarà alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano, mentre venerdì sarà al Circolo dei Lettori di Torino per poi essere a Parigi per presentare l'edizione francese del suo libro e poi ancora in Olanda. (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati