All'origine della crisi vi e' la decisione dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) di non inoltrare piu' in Israele quanti necessitano cure particolari, non reperibili a Gaza, in Cisgiordania o a Gerusalemme est, e cio' in protesta in seguito ad una riduzione delle tasse raccolte per l'Anp da parte di Israele. L'Autorita' sta cercando ora in Giordania e in Egitto ospedali capaci di fornire ai pazienti dei Territori le cure assicurate loro finora dagli ospedali israeliani. Secondo la Ong Israele dovrebbe tornare a versare all'Anp tutto quanto dovuto per le tasse e l'Autorita' a sua volta non dovrebbe rivalersi sui pazienti che si trovano in stato di necessita'.
Proprio oggi il presidente palestinese Abu Mazen è intervenuto sulla questione ribadendo che i palestinesi continueranno a non accettare i proventi delle tasse raccolte da Israele a loro nome. "Israele - ha detto Abu Mazen, citato dalla Wafa - sta cercando con tutti i mezzi di legittimare sconti ai nostri soldi, ma noi non lo accettiamo. Israele alla fine ci ridarà i nostri soldi secondo il nostro modo e non nel suo". Mesi fa il governo del premier Benyamin Netanyahu ha deciso di applicare una legge votata dalla Knesset, e mai applicata prima, che congela e trattiene da quelle tasse - raccolte in base al Trattato di Oslo - gli importi destinati dall'Anp ai detenuti palestinesi nelle carceri dello stato ebraico e alle famiglie di coloro coinvolti in attacchi a israeliani. Decisione contestata dai palestinesi che in passato l'hanno definita "un atto di pirateria inaccettabile". La mossa di Abu Mazen ha avuto finora forti ripercussioni sul bilancio statale con ricadute sul pagamento degli stipendi pubblici e dei servizi.(ANSAmed).