(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV - Più passano le ore, più la crisi a Gaza
rischia di trasformarsi in una guerra vera e propria. Il
bilancio ad ora è pesante: la parte sud di Israele è sommersa da
quasi due giorni da una pioggia di razzi, circa 700, che via via
si stanno estendendo ad altre zone dello stato ebraico e che
hanno fatto nel complesso quattro vittime: il numero maggiore di
perdite dalla guerra del 2014.
Nella Striscia, martellata sempre più dalla risposta
israeliana, il ministero della sanità di Hamas ha contato 18
palestinesi uccisi e tra questi anche un'altra donna incinta
dopo quella di ieri su cui, però, Israele ha addossato le
responsabilità ad "armi difettose" delle milizie di Gaza.
A descrivere meglio i possibili sviluppi c'è la decisione del
premier Benyamin Netanyahu di inviare alla frontiera la 7/a
Brigata corazzata con eventuali "compiti offensivi" anche al di
là del territorio israeliano, come ha spiegato l'esercito. Oltre
questa unità di elite, l'esercito ha dispiegato anche la Brigata
di fanteria Golani. "Ho dato istruzione alle Forze Armate di
continuare i massicci attacchi contro gli elementi terroristici
a Gaza", ha detto il premier Benyamin Netanyahu sottolineando
che "Hamas è responsabile non solo dei suoi attacchi ma anche di
quelli della Jihad islamica". "Pagherà - ha avvertito - un
prezzo molto pesante". La decisione di Netanyahu è stata
ratificata anche dal Consiglio di difesa svoltosi oggi a Tel
Aviv per 4 ore.
La situazione è quindi in rapido deterioramento, tanto che
l'inviato Onu in Medio Oriente Nickolay Maldenov e il ministro
degli esteri della Ue Federica Mogherini condannando senza mezzi
termini il lancio di razzi hanno tuttavia chiesto un ritorno
alle intese precedenti l'attuale fiammata. Anche il ministro
degli esteri italiano Enzo Moavero Milanesi ha sostenuto il
diritto di Israele all'autodifesa premendo per il fermo delle
armi.
A dare l'esatto quadro della situazione sul campo, basta
citare due fatti: il primo che Israele ha ucciso a Gaza, nella
prima esecuzione mirata da tempo, Hamed al-Hudari, collettore
dei soldi che l'Iran invia nella Striscia ad Hamas e alla Jihad
islamica. Secondo il portavoce militare, al-Hudari rappresentava
"la punta di diamante dell'infiltrazione iraniana a Gaza". Il
secondo fatto è che la donna israeliana uccisa a bordo della sua
auto nei pressi del confine con Gaza è stata colpita da un
missile guidato antitank Kornet, arma particolarmente
sofisticata e che mostra, secondo analisti, l'intenzione di
Hamas di usare l'intero arsenale a sua disposizione.
Se la diplomazia, Onu ed Egitto, sembra al lavoro al Cairo
nel tentativo di superare l'impasse, sul campo l'escalation è
visibile. Israele, che sta aumentando la pressione, ha colpito
oltre 250 obiettivi nella Striscia colpendo in larga parte
postazioni di Hamas e della Jihad islamica. Dopo aver sventato
un attacco cibernetico da parte di Hamas, ha anche centrato a
Gaza City il quartier generale della fazione che si occupa della
cyber guerra. In Israele ci sono più di un milione di cittadini
costretti a far su e giù con i rifugi al suono delle sirene. E
sono stati aperti anche lontano dalla Striscia: ad esempio a
Netanya che si trova a 25 chilometri a nord di Tel Aviv. Due
delle tre vittime in Israele sono state uccise da un razzo che
ha centrato una fabbrica ad Ashkelon, città particolarmente
presa di mira dai razzi dalla Striscia e dove è stato colpito
anche il reparto oncologico dell'ospedale cittadino.
Su quanto la situazione possa tenersi in questo equilibrio
nessuno è pronto a scommettere: non sono pochi a sostenere in
Israele che non sia facile ora fermare questo conflitto.
(ANSAmed).