La decisione della Corte dell'Aja, definita "scandalosa" dal Consiglio di difesa del Governo israeliano che ha respinto "in maniera totale" la competenza della Corte penale, secondo Lynk offre, invece, "una profonda speranza a coloro che credono che commettere reati gravi debba avere conseguenze, non essere tollerato".
"Questo è un passo importante nella ricerca della giustizia e della responsabilità per l'inspiegabile occupazione di 53 anni della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e Gaza" ha detto ancora il rappresentante Onu. Il 5 febbraio scorso, la Sezione preliminare della CPI ho deciso a maggioranza che la giurisdizione territoriale della Corte sulla situazione in Palestina, uno Stato parte dello Statuto di Roma della CPI, "si estende ai territori occupati da Israele dal 1967, vale a dire Gaza e la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est".
Secondo l'esperto, le accuse di gravi crimini che potrebbero essere indagati dal procuratore della CPI includono "le azioni di Israele durante la guerra del 2014 contro Gaza, l'e il ferimento di migliaia di manifestanti in gran parte disarmati durante la Grande Marcia del Ritorno nel 2018-2019 e le attività di insediamento di Israele a Gerusalemme Est e in Cisgiordania".
Il rappresentante Onu ha infine aggiunto che il procuratore della corte dell'Aja potrà esaminare ''anche le accuse di gravi crimini che coinvolgono gruppi armati palestinesi". (ANSAmed).