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Venezia: Theeb, beduini protagonisti western arabo

Opera prima di Naji Abu Nowar in gara a Orizzonti

05 settembre, 10:38

(di Francesca Pierleoni) (ANSAmed) - VENEZIA, 4 SET - Al posto del Grand Canyon e della prateria c'è lo stesso deserto dov'è stato girato Lawrence d'Arabia, come scenario per raccontare la cultura beduina nel western arabo di formazione Theeb, opera prima del regista nato a Londra e residente in Giordania Naji Abu Nowar, in concorso ad Orizzonti alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Il regista ha vissuto per circa un anno nel villaggio di Shakiriya, nel deserto di Wadi Rum, con alcuni degli ultimi beduini che conducono una vita nomade in Giordania: "Abbiamo sviluppato insieme la storia seguendo il nostro reciproco desiderio di autenticità", spiega. Inoltre tutti gli interpreti, compreso il piccolo protagonista, Jacir Eid, sono beduini: "Abbiamo invitato gli abitanti dei villaggi attorno al Wadi Rum a un'audizione aperta. In totale abbiamo intervistato circa 250 persone". L'idea del film (girato a basso budget e coprodotto da Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Gran Bretagna) nasce dalla legge beduina del Dakheel, "secondo la quale se un forestiero arriva nella tua tenda in cerca di rifugio, hai il dovere di offrirgli protezione - dice il regista -. Questo perché la vita è così difficile nel deserto che prima o poi dovrai fare affidamento sulla generosità di qualche estraneo, quindi va dimostrata la stessa generosità".

La storia è ambientata nell'Arabia del 1916. Il piccolo Theeb (significa lupo, un animale molto rispettato nella cultura beduina perché è coraggioso e sa cacciare da solo, ndr) vive con la sua tribù in un angolo dimenticato dell'Impero Ottomano.

Avendo da poco perso il padre, spetta al fratello maggiore Hussein (Hussein Salameh), insegnargli le regole della comunità.

Quando un ufficiale dell'esercito britannico (Jack Fox) e la sua guida chiedono aiuto per compiere una misteriosa missione, Hussein viene inviato a scortarli nel deserto arabico. Theeb si aggrega senza permesso e si ritrova con il gruppo a fronteggiare un attacco dei banditi. "La cultura beduina ha molti elementi che la rendono giusta per il filone western - spiega il regista - si muove in un terreno senza legge, deve scegliere la propria moralità nei momenti di crisi. Ho trovato delle somiglianze nei film di Leone. Anche lui descrive mondi alle prese con cambiamenti epocali".(ANSAmed).

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