Un'apertura alla quale l'Italia tiene. Se il Qatar è stato ripetutamente accusato di 'vicinanza' eccessiva ai gruppi più estremisti, ora assicura un impegno per mettere i suoi canali al servizio della diplomazia. Il ministro degli Esteri, Mohammed Al Attiyah, lo dice anche ai giornalisti, con una definizione che la traduzione dall'arabo rende un po' opaca. "Le società locali in Siria devono partecipare con noi alla lotta contro il terrorismo per trovare una soluzione politica". Anche per non replicare il disastro libico, precisa Gentiloni, l'uscita di Assad non deve creare "un vuoto che sarebbe riempito dal terrorismo". E di Libia, oltre che di Siria, si è parlato negli incontri con gli interlocutori di Doha. "Ci sono tutte le condizioni per raggiungere un'intesa in Libia. Un'intesa che però devono raggiungere i libici e che non si può importare da fuori". "Con il Qatar condividiamo l'idea di una Libia unita, stabile, con un governo inclusivo e sosteniamo il lavoro dell'inviato Onu".
Ma dalla missione del capo della diplomazia italiana non è venuta solo la "conferma del fatto che Italia e Qatar possono collaborare in alcune aree strategiche" come Siria e Libia. Il lungo incontro e la colazione di lavoro con Abdallah bin Mohammed Al Thani - l'ad della Qatar Investment Authority, fondo sovrano che ha in cassa almeno 250 miliardi di dollari - ha confermato "l'interesse a continuare a investire in Italia come hanno fatto moltissimo negli ultimi due o tre anni, nel settore del turismo e nello sviluppo di attività da Milano a Roma, dalla Sardegna al Veneto". "Una prospettiva molto interessante", la giudica Gentiloni. E i dati del Paese, primo esportatore al mondo di gas naturale liquefatto, parlano da soli: una crescita annua del 10,7% negli ultimi 10 anni e una proiezione di crescita da parte del Fmi del 6% nei prossimi quattro.(ANSAmed).