Secondo gli esperti il riscaldamento globale avra' un impatto su risorse idriche, degrado del suolo e aumento di qualche centimetro del livello del mare. ''Nelle aree urbane una crescita delle temperature fra uno e tre gradi centigradi potrebbe esporre al rischio inondazioni sulla costa fra i sei e i 25 milioni di persone'' affermano Nicolas Peridy dell'Universita' di Tolone Sud -Var e Ahmed Ghoneim dell'Universita' del Cairo, gli autori dello studio Femise.
Senza contare le attivita' economiche, in particolare ''agricoltura e turismo, a seguito di una diminuzione significativa nei raccolti e al maggiore sale nel suolo''. Per la regione lo studio prevede un aumento delle temperature di due gradi centigradi nel giro di un periodo fra 15 e 20 anni e fra i quattro e i 6,5 gradi centigradi entro la fine del ventunesimo secolo. Con un forte calo delle precipitazioni di circa il 20%, anche per il Maghreb e il Medio Oriente. La mancanza d'acqua potrebbe colpire fra gli 80 e 100 milioni di persone nei prossimi anni, un fattore di allarme per la regione del Maghreb e del Medio Oriente, gia' a corto di oro blu. Alcuni paesi stanno valutando i cambiamenti climatici in atto e stanno sviluppando piani con il sostegno della Banca mondiale e della Commissione Ue. Secondo gli autori dello studio ''in termini di gestione dell'acqua, possono essere attuate tante misure di adattamento, attraverso un uso razionale della risorsa, basato su un nuovo sistema di costi e di riciclo''. Lo studio raccomanda quindi di adottare nuove soluzioni per la fornitura di acqua, come la desalinizzazione. Questo tipo di misure, ancora insufficienti, vanno realizzate su larga scala. I paesi della regione devono quindi puntare su cambiamenti strutturali e nuove politiche ambientali, che andranno necessariamente coordinate. (ANSAmed).