"Vado a Roma per dire che la Serbia conta sull'Italia, che il nostro Paese intende attuare le riforme e che fara' del suo meglio per garantire la ripresa gia' dal prossimo anno, ma sopratutto nel 2016-2017. Noi contiamo sull'ulteriore appoggio dell'Italia nel nostro cammino europeo", ha detto Vucic, che a Roma oltre al presidente del consiglio Matteo Renzi incontrera' anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Petro Grasso. Definendo l'Italia "uno dei Paesi piu' importanti per la Serbia" e "il suo maggiore partner commerciale", Vucic si e' detto soddisfatto per l'afflusso dei "tanti investitori italiani" la cui attivita' e' fondamentale per l'economia del Paese balcanico, colpito anch'esso dalla crisi globale e che soffre per le conseguenze delle disastrose alluvioni di maggio. "L'Italia - ha detto il capo del governo di Belgrado - sta facendo importanti riforme e sostiene la crescita come nuovo modello di politica economica. Noi condividiamo tale politica". "E credo, ha osservato, che anche l'Italia come la Serbia sia molto interessata alla stabilita' regionale".
Particolare gratitudine Vucic ha espresso per il fermo e convinto sostegno dell'Italia al processo di integrazione europea della Serbia, che ha avviato ufficialmente il negoziato di adesione alla Ue lo scorso gennaio ma che attende ancora l'apertura del primo capitolo negoziale. "L'Italia, che conclude a fine anno il suo semestre di presidenza Ue, chiede l'apertura dei primi capitoli, e di questo siamo molto grati. Ma noi sappiamo che non dipende solo dall'Italia, ci sono altri Paesi", ha detto Vucic. Nell'intervista all'Ansa il premier serbo si e' poi riferito allo stop imposto dalla Russia al progetto di gasdotto South Stream, una decisione che ha definito "una brutta notizia per la Serbia" sia in termini di stabilita' energetica del Paese sia per le societa' di costruzione coinvolte nel progetto. "Non v'e' dubbio che con Renzi parlero' anche di questo, per sentire quello che pensa al riguardo". E alla domanda sul ruolo che la Serbia potra' avere con la presidenza Osce nel 2015 per una mediazione nella crisi ucraina (tenuto conto dei suoi buoni rapporti con Mosca), il premier ha mostrato di non farsi illusioni. "Faremo tutto il possibile per stabilizzare la situazione, ma non mi aspetto risultati clamorosi. La situazione e' estremamente complessa, e noi siamo un piccolo Paese". (ANSAmed)