Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Corte Onu assolve Serbia, 'in Croazia non fu genocidio'

Su Vukovar mancano prove. Plauso Belgrado, ora si volta pagina

03 febbraio, 17:41

(ANSAmed) - BRUXELLES, 3 FEB - La Serbia non commise genocidio nei confronti della Croazia durante la guerra dei Balcani. Lo hanno stabilito i 17 giudici della Corte internazionale di giustizia, il massimo Tribunale dell'Onu, che ha sede all'Aja. Sono state definitivamente respinte, per insufficienza di prove, le accuse avanzate dal governo di Zagabria sulle tragedie di Vukovar e altre città croate. Un ricorso, come lo ha definito il giudice Peter Tromka, "destituito di ogni fondamento". Le prove fornite dal governo croato sono state ritenute insufficienti a dimostrare che le forze armate serbe, in quello scenario di guerra, avessero "lo scopo specifico di compiere un genocidio". Infatti, secondo la Convenzione Onu, si prefigura il crimine di genocidio solo quando le azioni militari hanno l'obiettivo di distruggere in tutto o in parte un gruppo sulla base di ragioni etniche, razziali o religiose. La denuncia croata si riferiva a quanto accaduto a Vukovar, città distrutta in seguito all'occupazione serba, durata tre mesi, nel 1991. All'epoca decine di migliaia di croati vennero sfollati e circa 260 di loro furono arrestati e uccisi. Quattro anni dopo, viceversa, le forze armate croate - ormai equipaggiate militarmente dagli Usa - bombardarono la maggioranza di etnia serba presente nella regione della Krajina, provocando la fuga di circa 200mila persone dalle loro case. Non a caso, alla denuncia croata del 1990, Belgrado reagì tatticamente nel 2010 con una controdenuncia uguale e speculare fondata a sua volta su accuse di genocidio. Accuse anche queste respinte oggi dalla Corte Onu.

Si tratta di una sentenza definitiva non del tutto inaspettata, alla luce del fatto che il Tribunale per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia (Tpi), sempre con sede all'Aja, non ha mai incriminato né serbi né croati per atti di genocidio reciproci. Di fatto, i giudici dell'Onu hanno voluto lanciare un chiaro messaggio di riconciliazione tra i due Paesi, oggi indipendenti, rivolti all'integrazione europea e in fase di normalizzazione dei rapporti bilaterali: "La Corte incoraggia le parti - ha detto sempre Peter Tromka - a proseguire la loro cooperazione con l'obiettivo di offrire adeguata riparazione alle vittime delle violazioni, quindi consolidare la pace e la stabilità nella regione". E tutto sommato, le reazioni nei due Paesi, al di là di qualche residua schermaglia verbale, sembrano andare lungo una linea di ricucitura a dispetto delle ferite del passato recente e di quello più lontano: Zagabria si dice "delusa" ma, come spiega il premier Zoran Milanovic, accetta il verdetto dei giudici "in modo civile". Mentre Belgrado plaude senza riserve: "Quello di oggi è un passo incoraggiante. Spero sinceramente - osserva il presidente Tomislac Nikolic - che ora Serbia e Croazia risolvano insieme tutte le questioni che ostacolano i tentativi di portare la nostra regione verso un periodo di pace duratura e di prosperità". Soddisfatto anche il ministro della Giustizia serbo, Nikola Selakovic: "E' stato provato che non ci fu genocidio da parte nostra. E' stata chiusa una triste pagina del nostro passato e ne è stata aperta un'altra sul nostro futuro". (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati