Recentemente obiezioni su questa legge ha espresso il premier croato Zoran Milanovic, annunciando la possibilità di un veto della Croazia sul proseguimento del processo di adesione della Serbia alla Ue. Due anni fa un ex soldato croato, Veljko Maric, è stato condannato a Belgrado per crimini di guerra commessi nel 1991 contro civili serbi, ma in Croazia. La detenzione e la condanna di Maric sono da allora un serio impedimento nei rapporti tra Zagabria e Belgrado e il governo croato ritiene che nessun altro Paese può avere il diritto di estendere la propria giurisdizione giuridica fuori dai propri confini. Dacic ha però oggi affermato che finora nessuno, eccetto la Croazia, ha mosso obiezioni contro questa legge "che ha permesso di condannare 170 persone, di cui 169 sono serbi". Il ministro degli Esteri serbo ha aperto all'idea di risolvere la questione del soldato croato che a Belgrado sta scontando la pena di 12 anni "su basi umanitarie" ovvero di trovare un modo per far ritornare Maric in Croazia. Da sua parte Pusic ha ribadito la posizione croata secondo la quale nessuno può avere "una giurisdizione regionale" per perseguire criminali di guerra, auspicando che il problema sia risolto al più presto. Oggi il Parlamento europeo, accogliendo un emendamento degli eurodeputati croati, ha invitato la Serbia a "riconsiderare" la legge "nello spirito della riconciliazione e dei buoni rapporti tra Stati vicini". Secondo la stampa serba nel corso dell'incontro si sarebbe discusso anche di una futura modalità per risolvere la questione della parte di confine in disputa fra i due Paesi, un tratto di 145 km lungo il Danubio. In tal senso si starebbe considerando di ricorrere una corte internazionale tramite un arbitrato dato che in tredici anni non si è riusciti a trovare un compromesso bilaterale. Dacic ha visto in mattinata anche il primo ministro croato Zoran Milanovic e il presidente del parlamento Josip Leko. È previsto anche un incontro con la nuova presidente della Croazia, la conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic. (ANSAmed).
Croazia-Serbia: Dacic a Zagabria su questioni ancora aperte
Dispute su giurisdizione crimini guerra e frontiera su Danubio
Recentemente obiezioni su questa legge ha espresso il premier croato Zoran Milanovic, annunciando la possibilità di un veto della Croazia sul proseguimento del processo di adesione della Serbia alla Ue. Due anni fa un ex soldato croato, Veljko Maric, è stato condannato a Belgrado per crimini di guerra commessi nel 1991 contro civili serbi, ma in Croazia. La detenzione e la condanna di Maric sono da allora un serio impedimento nei rapporti tra Zagabria e Belgrado e il governo croato ritiene che nessun altro Paese può avere il diritto di estendere la propria giurisdizione giuridica fuori dai propri confini. Dacic ha però oggi affermato che finora nessuno, eccetto la Croazia, ha mosso obiezioni contro questa legge "che ha permesso di condannare 170 persone, di cui 169 sono serbi". Il ministro degli Esteri serbo ha aperto all'idea di risolvere la questione del soldato croato che a Belgrado sta scontando la pena di 12 anni "su basi umanitarie" ovvero di trovare un modo per far ritornare Maric in Croazia. Da sua parte Pusic ha ribadito la posizione croata secondo la quale nessuno può avere "una giurisdizione regionale" per perseguire criminali di guerra, auspicando che il problema sia risolto al più presto. Oggi il Parlamento europeo, accogliendo un emendamento degli eurodeputati croati, ha invitato la Serbia a "riconsiderare" la legge "nello spirito della riconciliazione e dei buoni rapporti tra Stati vicini". Secondo la stampa serba nel corso dell'incontro si sarebbe discusso anche di una futura modalità per risolvere la questione della parte di confine in disputa fra i due Paesi, un tratto di 145 km lungo il Danubio. In tal senso si starebbe considerando di ricorrere una corte internazionale tramite un arbitrato dato che in tredici anni non si è riusciti a trovare un compromesso bilaterale. Dacic ha visto in mattinata anche il primo ministro croato Zoran Milanovic e il presidente del parlamento Josip Leko. È previsto anche un incontro con la nuova presidente della Croazia, la conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic. (ANSAmed).