Vojislav Seselj, il leader dell'Srs sotto processo per crimini di guerra al Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi), e da alcuni mesi in liberta' provvisoria per ragioni di salute, ha parlato ai dimostranti affermando che la Serbia mai entrera' a far parte ne' della Nato ne' della Ue, nonostante "il regime traditore del premier Aleksandar Vucic lavori per questi obiettivi".
Per l'anniversario dei raid della Nato sono in programma oggi a Belgrado e in altrre citta' della Serbia numerose cerimonie e manifestazioni. Quella ufficiale e' in programma dopo le 19, all'ora in cui furono sganciate le prime bombe su Belgrado, davanti agli edifici ancora in macerie dell'ex stato maggiore e del ministero della difesa jugoslavo, con la presenza del premier Vucic. I bombardamenti, lanciati dalla Nato senza mandato Onu per indurre l'allora uomo forte di Belgrado Slobodan Milosevic a porre fine alla repressione della rivolta indipendentista albanese in Kosovo, scattarono la sera del 24 marzo 1999 dopo il fallimento di tutti i negoziati diplomatici con Milosevic. Per 78 giorni furono colpiti pesantemente in Serbia e Kosovo obiettivi militari e civili con un bilancio - secondo varie fonti - che oscilla fra i 1.200 e i 2.500 morti e 12.500 feriti. I raid cessarono il 9 giugno 1999, e il giorno successivo furono firmati gli accordi di Kumanovo (Macedonia).
Con la risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza Onu fu deciso di porre il Kosovo sotto il controllo internazionale e di inviare sul suo territorio contingenti di truppe Nato. Il 17 febbraio 2008 il Kosovo proclamo' l'indipendenza dalla Serbia (ANSAmed)