Parlando al termine di una nuova serie di incontri con la dirigenza serba, Frattini si e' mostrato molto fiducioso sulla prospettiva europea della Serbia. "In Europa si registra un atteggiamento positivo da parte della presidenza di turno olandese, e l'idea che circola e' che, se la Serbia continuera' a progredire, i capitoli 23 e 24 potranno essere aperti entro la fine della presidenza olandese a giugno", ha detto Frattini. E questo, ha notato, e' molto significativo poiche' se non si aprono quei due fondamentali capitoli politici (su stato diritto, sicurezza, liberta') non si possono aprire i capitoli cosidetti tecnici e piu' specifici. I primi due capitoli negoziali Serbia-Ue - il 32 sulle finanze e il 35 sul Kosovo - sono stati aperti a meta' del dicembre scorso. Secondo Frattini, che e' attualmente presidente della Societa' italiana per l'organizzazione internazionale (Sioi), ai progressi della Serbia non guardano tuttavia con grande entusiasmo alcuni dei Paesi vicini, come Bulgaria, Romania e Croazia - i primi due sollevando i problemi delle rispettve minoranze e Zagabria tirando fuori contenziosi bilaterali che nulla hanno a che fare con l'acquis comunitario. "Credo vi sia una sorta di inquietudine da parte dei vicini nel vedere una Serbia stabile e autorevole, capace di attrarre investimenti e guadagnarsi stima internazionale". E questo grazie anche all'equilibrio e autorevolezza con cui Belgrado ha detenuto lo scorso anno la presidenza dell'Osce, nonche' al modo esemplare con cui ha gestito finora la crisi dei migranti. "Proprio sull'emergenza immigrazione la Serbia si e' rivelata Paese leader nella regione, con un atteggiamento sicuramente piu' europeo di vari altri Paesi d'Europa", ha osservato Frattini sottolineando come alla stabilita' rappresentata dalla Serbia si opponga la crescente instabilita' di altri paesi della regione quali Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo. "Lo stallo nel negoziato con Pristina non e' da attribuire alla Serbia ma al Kosovo, alle prese con una difficile situazione politica interna e che non fa i compiti a casa...". L'ex ministro degli esteri - che a Belgrado ha visto il premier Vucic e i ministri dell'integrazione europea Jadranka Joksimovic, dell'interno Nebojsa Stefanovic e della giustizia Nikola Selakovic - ha detto di aver avuto assicurazioni che il processo di riforme in Serbia non si fermera' per la campagna elettorale in vista del voto anticipato in primavera. E' necessario contenere le forze nazionaliste ed euroscettiche', ha detto Frattini, secondo il quale "piu' grande e' il pericolo di forze destabilizzanti, piu' e' importante il ruolo stabilizzatore del premier Vucic". (ANSAmed).
Serbia: Frattini a Belgrado, progressi su strada Ue
'Paese fattore stabilita' regione'.Colloqui con Vucic e ministri
Parlando al termine di una nuova serie di incontri con la dirigenza serba, Frattini si e' mostrato molto fiducioso sulla prospettiva europea della Serbia. "In Europa si registra un atteggiamento positivo da parte della presidenza di turno olandese, e l'idea che circola e' che, se la Serbia continuera' a progredire, i capitoli 23 e 24 potranno essere aperti entro la fine della presidenza olandese a giugno", ha detto Frattini. E questo, ha notato, e' molto significativo poiche' se non si aprono quei due fondamentali capitoli politici (su stato diritto, sicurezza, liberta') non si possono aprire i capitoli cosidetti tecnici e piu' specifici. I primi due capitoli negoziali Serbia-Ue - il 32 sulle finanze e il 35 sul Kosovo - sono stati aperti a meta' del dicembre scorso. Secondo Frattini, che e' attualmente presidente della Societa' italiana per l'organizzazione internazionale (Sioi), ai progressi della Serbia non guardano tuttavia con grande entusiasmo alcuni dei Paesi vicini, come Bulgaria, Romania e Croazia - i primi due sollevando i problemi delle rispettve minoranze e Zagabria tirando fuori contenziosi bilaterali che nulla hanno a che fare con l'acquis comunitario. "Credo vi sia una sorta di inquietudine da parte dei vicini nel vedere una Serbia stabile e autorevole, capace di attrarre investimenti e guadagnarsi stima internazionale". E questo grazie anche all'equilibrio e autorevolezza con cui Belgrado ha detenuto lo scorso anno la presidenza dell'Osce, nonche' al modo esemplare con cui ha gestito finora la crisi dei migranti. "Proprio sull'emergenza immigrazione la Serbia si e' rivelata Paese leader nella regione, con un atteggiamento sicuramente piu' europeo di vari altri Paesi d'Europa", ha osservato Frattini sottolineando come alla stabilita' rappresentata dalla Serbia si opponga la crescente instabilita' di altri paesi della regione quali Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo. "Lo stallo nel negoziato con Pristina non e' da attribuire alla Serbia ma al Kosovo, alle prese con una difficile situazione politica interna e che non fa i compiti a casa...". L'ex ministro degli esteri - che a Belgrado ha visto il premier Vucic e i ministri dell'integrazione europea Jadranka Joksimovic, dell'interno Nebojsa Stefanovic e della giustizia Nikola Selakovic - ha detto di aver avuto assicurazioni che il processo di riforme in Serbia non si fermera' per la campagna elettorale in vista del voto anticipato in primavera. E' necessario contenere le forze nazionaliste ed euroscettiche', ha detto Frattini, secondo il quale "piu' grande e' il pericolo di forze destabilizzanti, piu' e' importante il ruolo stabilizzatore del premier Vucic". (ANSAmed).