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Serbia-Ue: apertura capitoli, Croazia insiste su condizioni

Zagabria minaccia nuovi veti su legge Belgrado crimini guerra

19 luglio, 13:06

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 19 LUG - Dopo che ieri a Bruxelles la Serbia ha aperto con la Ue gli importanti capitoli negoziali 23 e 24 relativi a giustizia, diritti fondamentali, liberta' e sicurezza, la Croazia continua a insistere sulle sue condizioni e sulla necessità dell'abolizione della legge che permette a Belgrado di processare per crimini di guerra anche ex soldati croati.

Il ministro degli Esteri croato, Miro Kovac, che ieri invece di andare a Bruxelles ha preferito incontrare a Zagabria i rappresentati dei veterani di guerra croati, ha detto che alla Serbia sarà dato un secondo ultimatum per notificare alla Croazia la sospensione della controversa legge. "Nel caso il primo ministro serbo Aleksandar Vucic ritenesse di non essere obbligato a farlo, allora la Serbia non potrà aderire all'Ue", ha detto con ferma determinazione Kovac. Il ministro per i veterani di guerra, Tomo Medved, è stato dal canto suo ancora più chiaro, affermando che nel caso la Serbia rifiuti di sospendere la legge sulla sua giurisdizione universale per i crimini commessi in tutte le guerre jugoslave, allora "i capitoli negoziali aperti ieri resteranno bloccati per i prossimi 20 o 30 anni".

Zagabria e Belgrado vedono in un modo diverso il compromesso raggiunto ieri a Bruxelles. Per il governo croato la frase "evitare conflitti di giurisdizione", inserita tra gli obblighi che la Serbia deve adempiere prima di chiudere i capitoli in questione, significa che Belgrado deve formalmente abolire o sospendere la legge. Il governo serbo ha invece una interpretazione meno rigida.

Gli analisti a Zagabria leggono queste dichiarazioni in una chiave alquanto diversa. Il via libera ieri della Croazia all'apertura dei due capitoli negoziali viene visto come un definitivo retromarcia e il ritiro del veto dopo pressioni di Berlino. Le posizioni del governo di centro-destra croato vanno inserite anche nel contesto preelettorale (nel Paese si vota l'11 settembre), come un tentativo di presentare all'elettorato di destra la determinazione di Zagabria a non cedere alla Serbia. (ANSAmed).

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