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Migranti: Belgrado respinge paragoni con file a Stalingrado

'Ipocrisia. Non riconosciuti sforzi Serbia per aiutare profughi'

11 gennaio, 18:41

(ANSAmed) - BELGRADO, 11 GEN - Il commissariato serbo per i migranti e profughi ha respinto con sdegno il paragone proposto da alcuni media internazionali fra le code per il cibo fatte in questi giorni dai migranti all'aperto nel gelo di Belgrado e le immagini della Stalingrado del 1943, quando nell'inferno della seconda guerra mondiale i prigionieri tedeschi attendevano nel freddo glaciale russo la consegna delle razioni di cibo.

"Consideriamo tutto ciò una ipocrisia e un mancato riconoscimento degli enormi sforzi che la Serbia sta mettendo in atto per aiutare e prestare soccorso alle migliaia di migranti", ha detto il commissariato in un comunicato diffuso oggi a Belgrado. "La vera immagine da proporre - si aggiunge - e' quella degli sforzi incessanti del commissariato e del suo personale che senza sosta 24 ore su 24 per tutto l'anno assistono i migranti nei centri di accoglienza".

Il commissariato ha precisato che dalla scorsa settimana circa 400 dei quasi 2 mila migranti che da mesi sono accampati all'aperto negli spiazzi nei pressi della stazione degli autobus di Belgrado sono stati sistemati in centri di accoglienza nel Paese. Nel suo comunicato il commissariato ha rinnovato oggi l'appello pressante a migranti e profughi ad accettare l'invito a trasferirsi nei centri di accoglienza per sfuggire al freddo intenso, alla neve e al ghiaccio che mettono in pericolo la salute e la loro stessa vita. Ieri il portavoce del commissariato serbo per i profughi Ivan Miskovic aveva detto all'Ansa che in pochi accettano di essere ospitati nei centri di accoglienza. Hanno paura di essere registrati, di essere rimandati nel Paese di provenienza e di non poter cosi' continuare il loro lungo viaggio verso la Ue. In sostanza, ha osservato Miskovic, sono in tanti a preferire l'altra opzione, quella piu' costosa e rischiosa di affidarsi ai trafficanti, pagando per trasferimenti clandestini verso i Paesi occidentali.

Dall'inizio dell'ondata di gelo - con le temperature che a Belgrado scendono di notte anche a meno 15-20 gradi - in aiuto dei migranti all'aperto si sono comunque mobilitate ong e organizzazioni umanitarie, in primo luogo la sezione serba dell'Unhcr e Medici senza frontiere, che hanno messo a disposizione coperte, vestiario e scarpe invernali, cibo e medicine. Anche tanti privati cittadini belgradesi partecipano ad azioni di solidarieta' donando generi di conforto e di prima necessita'. (ANSAmed)
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