Fino ad ora - rende noto l'ong - più di 40 persone, tra le quali diversi rifugiati e migranti, sono morte nella regione a causa di un clima artico. Bambini e neonati sono i più vulnerabili tra la popolazione intrappolata senza accesso ad alcuna fonte di calore o nessun riparo, e sono particolarmente esposti all'ipotermia. Molti vivono in campi per migranti assolutamente non attrezzati, in edifici abbandonati, o addirittura all'aperto in strade piene di neve. A Belgrado più di 1.200 rifugiati e migranti hanno cercato un qualche riparo in edifici e magazzini abbandonati e ci sono tra loro centinaia di minori soli, anche di 10 o 11 anni, un numero destinato a crescere con i nuovi arrivi. Le temperature negli ultimi giorni sono scese fino a -10°C e questi edifici non hanno infissi, letti, acqua o servizi igienici di base. Le persone dormono sul pavimento, rischiando ulteriori pericoli quando accendono fuochi incontrollati per scaldarsi.
"L'inadeguatezza della risposta dell'Ue alla situazione in cui versano decine di migliaia di migranti in cerca di salvezza e futuro, compresi i bambini e i minori non accompagnati, li ha condannati al freddo e al gelo. La mancanza della volontà politica di offrire ai richiedenti asilo alternative sicure e legali per raggiungere altri paesi in Europa, compreso il ricongiungimento familiare, si traduce in una situazione drammatica. L'accesso immediato a un riparo adeguato è necessario per tutti i rifugiati e migranti, in particolare per i bambini, indipendentemente dal loro status, per evitare nuove vittime", ha dichiarato Andreas Ring, responsabile di Save the Children nei Balcani. (ANSAmed).