Il presidente ha al tempo stesso puntato il dito contro la parte kosovara per il suo atteggiamento aggressivo e non incline al compromesso in sede di dialogo e per la scarsa disponibilità ad ammettere i crimini di guerra compiuti dai kosovari albanesi nel conflitto armato di fine anni novanta. In rappresentanza di Pristina e' intervenuta Vlora Citaku, ambasciatrice del Kosovo negli Stati Uniti. Zahir Tanin, capo della missione Onu in Kosovo (Unmik), ha detto da parte sua che non vi e' alternativa al dialogo fra Belgrado e Pristina. Gli ultimi episodi con provocazioni, accuse reciproche e crescente retorica nazionalistica, ha osservato, hanno causato un calo nella fiducia reciproca e ci vorrà tempo per tornare sui binari giusti verso la normalizzazione dei rapporti fra le due parti.
Nel rapporto Onu, relativo al periodo 16 ottobre 2016-15 gennaio 2017, coperto dal vecchio e nuovo segretario generale Ban ki-moon e Antonio Guterres, si esprime preoccupazione per un generale peggioramento della situazione in Kosovo, con il rischio di stallo o addirittura di regresso nel processo di normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina. "In tale periodo le tensioni tra Belgrado e Pristina hanno raggiunto livelli preoccupanti, con scambi ostili di retorica e accuse", afferma il rapporto Onu, che chiede alle parti di dar prova di "prudenza e moderazione, di evitare un linguaggio dai toni accesi e di proseguire nel dialogo con mezzi esclusivamente pacifici". (ANSAmed)