"Il generale Praljak ha preferito dare la propria vita, piuttosto che vivere come un criminale di guerra condannato per crimini che era convinto di non aver commesso", ha detto Kitarovic.
La presidente croata ha respinto tutte le affermazioni della sentenza in cui la dirigenza politica e militare croata dell'epoca, con a capo il defunto presidente Franjo Tudjman, viene direttamente collegata ai crimini commessi in Bosnia.
"La Croazia non fu mai un aggressore in Bosnia, ma ha difeso e protetto la Bosnia-Herzegovina, offerto sostegno e aiuti umanitari, la Croazia non ha mai attaccato nessuno", ha spiegato Kitarovic. Che ha invece indicato nella politica nazionalista serba degli anni Novanta la causa di tutte le guerre, distruzioni e crimini nei conflitti jugoslavi.
"Il Tpi non ha assolto alla propria missione, non ha condannato i massimi dirigenti politici e militari della Serbia, non ha portato giustizia alle vittime, ma si è posto nel ruolo di un arbitro politico, tentando di istituire un falso equilibrio di colpevolezze", ha aggiunto. (ANSAmed).