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Serbia-Bosnia: difficili colloqui a Belgrado leader bosniaci

Bene rapporti economici, restano problemi politici e su Kosovo

06 dicembre, 18:35

(ANSAmed) - BELGRADO, 6 DIC - Difficili colloqui oggi a Belgrado fra il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e i componenti della presidenza tripartita bosniaca, in visita nella capitale con l'obiettivo arduo di rilanciare i rapporti bilaterali tra Serbia e Bosnia-Erzegovina, ancora fortemente condizionati in negativo dalle conseguenze del drammatico conflitto armato del 1992-1995.

Parlando in una conferenza stampa al termine dei colloqui con i tre membri della presidenza - il croato Dragan Covic che è presidente di turno, il bosgnacco musulmano Bakir Izetbegovic e il serbo Mladen Ivanic - Vucic ha detto che le relazioni economiche fra Belgrado e Sarajevo sono a un livello notevolmente più alto rispetto a quelle politiche, che tuttavia, ha osservato, "non definirei cattive". Numerosi ostacoli e barriere - ha detto Vucic - sono stati eliminati e ciò ha favorito un incremento progressivo nell'interscambio commerciale negli ultimi anni. Vi è inoltre la volontà comune di portare avanti progetti infrastrutturali di grande importanza strategica non solo per i due Paesi ma per l'intera regione - a cominciare dalla costruzione di una autostrada fra Belgrado e Sarajevo che riduca a tempi ragionevoli i tempi di percorrenza (attualmente servono fra le cinque e le sei ore di auto per circa 280 km).

Problemi irrisolti, ha aggiunto, restano tuttavia nella definizione di alcuni tratti della linea di confine serbo-bosniaco e su talune rilevanti tematiche politiche quali le valutazioni sul tragico passato di guerra e la questione del Kosovo. Su quest'ultimo argomento le posizioni si erano fortemente irrigidite nelle scorse settimane dopo che il musulmano Izetbegovic non aveva escluso un riconoscimento dell'indipendenza di Pristina da parte della Bosnia-Erzegovina.

Cosa questa peraltro difficilmente realizzabile per la strenua opposizione della Republika Srpska (Rs), l'entità del Paese a maggioranza serba. E anche nei colloqui odierni il Kosovo si è rivelato uno dei punti di maggiore attrito. Nel corso della conferenza stampa conclusiva infatti il musulmano Izetbegovic, replicando a quanto sostenuto da Vucic e Covic secondo i quali la politica estera bosniaca relativa alle questioni interne della Serbia (Kosovo in particolare, ndr) dovrà tener conto delle posizioni di Belgrado, è intervenuto di sua iniziativa per precisare che "la politica estera della Bosnia si fa a Sarajevo", naturalmente tenendo conto delle poisizioni dei Paesi vicini. La visita a Belgrado della presidenza collegiale bosniaca si è tenuta peraltro sulle ali delle nuove tensioni suscitate dalla recente condanna all'ergastolo di Ratko Mladic, l'ex generale capo delle forze serbo-bosniache accusato di genocidio e crimini contro l'umanità, e dal suicidio nell'aula del Tribunale penale dell'Aja (Tpi) dell'ex generale croato-bosniaco Slobodan Praljak, dopo la conferma della condanna a 20 anni di carcere. (ANSAmed).

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