Il governo serbo ha presto tale decisione in risposta all'analogo provvedimento restrittivo di Zagabria nei confronti del ministro della difesa serbo, Aleksandar Vulin, per le sue dichiarazioni sul passato fascista della Croazia con le quali, secondo Zagabria, aveva insinuato che il moderno stato croato si basa su quello filofascista del regime degli ustascia esistito durante la Seconda guerra mondiale.
"La Serbia ha preso una decisione sbagliata", ha detto oggi Plenkovic. "Non si tratta di un atto di reciprocità - ha spiegato - ma della dimostrazione che siamo separati da due mondi, il primo rivolto verso il mutuo rispetto e la dignità, e l'altro fatto di una politica di inaccettabili e offensive provocazioni". Plenkovic ha annunciato che tra breve il suo governo considererà su come rispondere e che per ora si stanno valutando varie opzioni, non escludendo l'idea, ipotizzata dalla stampa, di richiamare l'ambasciatore a Belgrado.
Dopo una tiepida ripresa lo scorso febbraio, a seguito della storica visita del presidente serbo Aleksandar Vucic a Zagabria, i rapporti tra Croazia e Serbia sono di nuovo degenerati in uno scambio di infuocate e a volte offensive dichiarazioni dopo che la settimana scorsa il leader ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, durante la visita del presidente del Parlamento di Zagabria a Belgrado, ha calpestato la bandiera croata apposta all'ingresso del parlamento serbo. La delegazione croata non si mostrata soddisfatta della posizione delle autorità di Belgrado, considerando anche il fatto che Seselj, condannato in appello all'Aja a dieci anni di reclusione per crimini di guerra, resta, almeno per ora, deputato al Parlamento serbo. Seselj non e' andato in carcere avendo gia' trascorso quasi 12 anni nel carcere del Tribunale dell'Aja. (ANSAmed).