(ANSAmed) - BELGRADO, 6 LUG - La commissione italiana
parlamentare d'inchiesta sulle conseguenze dell'impiego
dell'uranio impoverito in operazioni belliche mettera' a
disposizione dell'analoga commissione istituita in Serbia
l'intero suo rapporto e la documentazione completa allo scopo di
aiutare gli inquirenti serbi a fare piena luce sulle tragiche
conseguenze dei bombardamenti Nato della primavera 1999. Lo ha
detto oggi a Belgrado il presidente della commissione Gian Piero
Scanu, al termine di una missione nella quale ha incontrato i
suoi colleghi serbi. Parlando in una conferenza stampa insieme
al presidente della commissione d'inchiesta serba Darko Laketic,
Scanu si e' mostrato molto soddisfatto dei colloqui, parlando di
"esempio di buona politica e di rapporti civili e di grande
amicizia" fra Italia e Serbia. "Abbiamo messo a disposizione il
nostro rapporto e i nostri documenti che potranno rivelarsi
utili ai lavori di ricerca e indagine della commissione serba",
ha detto Scanu, sottolineando di avere molto apprezzato
l'impostazione di lavoro da parte dei colleghi serbi, che
potranno contare sulla consulenza e sul concreto appoggio da
parte dei membri della commissione italiana. Laketic da parte
sua ha detto che c'e' accordo per una richiesta comune alla Ue
per un aiuto finanziario destinato alle opere di bonifica dei
territori contaminati dall'uranio. Come segno di vicinanza e
solidarieta', Scanu ha annunciato di aver invitato venti
ragazzi serbi orfani di militari e civili morti in operazion i
belliche a trascorrere in settembre un periodo di vacanza in
Sardegna. In Italia, ha detto, la situazione ora e' molto
diversa da quella precedente l'istituzione della commissione
d'inchiesta, vi e' maggiore sensibilita' e consapevolezza delle
gravi conseguenze dell'uranio, ed e' stata approvata una legge
in base alla quale nei poligoni militari potranno essere
effettuati controlli sulle conseguenze per la salute dei
militari in servizio. "Da noi qualcuno ha gia' pagato e vi sono
altri processi in corso", ha detto. In Italia sono oltre 400, ha
osservato Scanu, le vittime dell'uranio impoverito, 1.200 quelle
dell'amianto, mentre se si considerano altre sostanze letali si
parla di circa 2 mila morti e 7 mila malati. Lo scorso maggio il
parlamento serbo ha approvato la proposta di legge per la
creazione della commissione d'inchiesta sulle conseguenze dei
raid Nato del 1999 sulla salute dei cittadini e sull'ambiente.
Alla domanda sul perche' una tale commissione non sia stata
istituita prima, anche alla luce dell'esperienza italiana,
Laketic ha detto che finora in Serbia "non vi era la volonta'
politica" di farlo. (ANSAmed)