Il nuovo calendario delle festività nazionali, approvato la settimana scorsa dal Parlamento di Zagabria, introduce dall'anno prossimo il 18 novembre come Giornata del ricordo di tutte le vittime della Guerra per la Patria e del martirio di Vukovar.
Questa scelta, voluta dal premier conservatore Andrej Plenkovic, ha suscitato polemiche dato che in molti sono dell'opinione che non sia adeguato avere una festività per un evento tragico, che ricorda il massacro di centinaia di persone. I politici croati hanno criticato oggi la Serbia, in particolare per la mancata piena cooperazione nell'identificazione delle circa trecento persone ancora considerate scomparse a Vukovar nel 1991.
Interrogato sull'ipotesi che Zagabria possa rallentare o bloccare il cammino di Belgrado verso l'adesione all'Ue, Plenkovic ha spiegato che il problema degli scomparsi può essere visto come inerente "al capitolo negoziale che copre i diritti fondamentali". "Il cammino della Serbia verso l'Ue è ben definito, severo, con tante condizioni e durerà ancora molto tempo", ha aggiunto.
Nell'autunno del 1991, Vukovar fu teatro di una violentissima battaglia tra forze croate da una parte e i reparti dell'allora esercito federale jugoslavo controllato dal regime di Slobodan Milosevic e le milizie serbe locali, dall'altra. Al momento della caduta della città in mani serbe, 28 anni fa, 15.000 civili, di cui 2.000 bambini e circa 500 feriti, si nascondevano tra le rovine delle case distrutte. L'episodio più tragico riguarda il massacro all'ospedale di Vukovar dove 264 civili croati, che vi si erano rifugiati, furono uccisi dalle forze serbe dopo essere stati torturati.(ANSAmed).